Calciopoli: il controesame di Auricchio del 23-03-2010

Luciano MoggiLe indagini sulle “sim” telefoniche segrete acquistate dagli indagati in Svizzera, gli accertamenti sulle partite sospette, il ruolo dell’arbitro Massimo De Santis: questi i punti salienti su cui si è basata la difesa nel corso dell’udienza del processo calciopoli, ripreso oggi davanti alla nona sezione del Tribunale di Napoli, dedicata al controesame del colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio che diresse le investigazioni.\r\n\r\nOtto ore di deposizione\r\nL’ufficiale ha risposto alle domande dell’avvocato Maurilio Prioreschi, che con l’avv. Paolo Trofino assiste l’ex dg della Juve Luciano Moggi, e dell’avvocato Paolo Gallinelli, legale dell’ex arbitro Massimo De Santis. Auricchio ha spiegato in primo luogo che dopo una intercettazione di una telefonata, si scoprì che il designatore Paolo Bergamo aveva utilizzato una sim del gestore svizzero Sunrise e che, attraverso un ufficiale di collegamento della polizia svizzera presso il ministero dell’Interno fu acquisito il nominativo del titolare della scheda. Un’attività investigativa normale – ha detto in sintesi – che non ha bisogno di autorizzazioni della magistratura e di rogatorie. Più volte il legale di Moggi ha insistito nel chiedere l’attività di indagine svolta su ogni singola partita e Auricchio, come nell’udienza precedente, ha sottolineato che l’investigazione si limitava più che altro a esaminare quanto emergeva dalle intercettazioni e non riguardava nello specifico la valutazione delle decisioni arbitrali (ammonizioni, espulsioni, rigori, fuorigioco ecc.) ma ci si limitava a confrontare gli indizi raccolti dalle telefonate con i tabellini e le cronache delle partite “sospette” sui giornali (principalmente La Repubblica e la Gazzetta dello Sport) che solo in alcuni casi furono visionate dai carabinieri.\r\n\r\nPochi benefici per i bianconeri\r\nLe domande hanno poi riguardato il gioco delle ammonizioni inflitte ai giocatori diffidati che venivano poi squalificati, secondo l’accusa dolosamente, per l’incontro successivo con la Juventus. Prioreschi, riferendo alcuni dati statistici, dal canto suo ha sottolineato che la squadra bianconera non è stata tra le squadre più beneficiate dai cartellini gialli (24-25 volte meno di Atalanta, 30, e di altre compagini) e che la media di punti ottenuti dalla Juve nelle partite dirette dagli arbitri indagati è di 1,89 mentre 2,63 è la media dei punti ottenute negli incontri arbitrati da direttori di gara non coinvolti nelle indagini.\r\n\r\nDue sconfitte con De Santis\r\nQuando i legali hanno osservato che con De Santis la Juventus ha incassato anche due sconfitte in cinque incontri diretti, Auricchio ha spiegato che l’arbitro “mutò atteggiamento, voleva sdoganarsi dall’essere visto come un arbitro pro Juve” e questo in quanto nel febbraio 2005 capì di essere sotto indagine per la vicenda della presunta “combriccola romana” di arbitri mentre il mese successivo gli venne notificato l’avviso sul suo coinvolgimento nell’inchiesta calciopoli condotta dalla procura di Napoli.\r\n\r\nCondizionamenti in Lega Calcio\r\nPrioreschi ha evidenziato che in una telefonata Moggi affermava che “non sarebbe male” se Galliani non venisse rieletto e ciò, a suo giudizio, sconfessa l’impostazione accusatoria. Alle domande della difesa, Auricchio ha precisato che non ci sono telefonate in cui Moggi chiede a rappresentanti di società di votare Carraro alla Figc e Galliani alla Lega. A proposito di una conversazione tra Bergamo e la segretaria Fazi, in cui l’ex designatore affermava che avrebbe dovuto incontrare Moratti e Facchetti i quali protestavano per gli arbitraggi sfavorevoli, Prioreschi ha chiesto a Auricchio perché non sia stata intercettata la probabile telefonata di Bergamo con i dirigenti nerazzurri. “Tutte le telefonate sono state intercettate, trascritte e registrate”, ha risposto l’investigatore. Il mistero continua…\r\n\r\nLeggi la prima parte del controesame del 16-03-2010\r\n\r\n(Credits: Eurosport)