Calciopoli, i colpi di tosse e le palline nell’urna

Effettivamente è da un po’ che non leggevamo qualche altra stupidaggine riguardante Farsopoli Calciopoli, ed oggi da questo punto di vista è una giornata prolifica. Le ultime dichiarazioni rilasciate nel corso del processo di Napoli hanno dato la stura ai soliti rosiconi (non scriviamo di che colore, ma ve lo potete immaginare benissimo) per dipingere nuovi scenari apocalittici riguardanti il campionato 2004/2005, vinto dalla Juventus con pieno merito e revocato dai solerti giudici della Corte Federale.\r\nLa partita “incriminata” sarebbe Milan-Juventus dell’8 maggio 2005, vinta dai bianconeri per 1-0 con rete di Trezeguet al 28′ del primo tempo. Durante la gara, non ci furono contestazioni clamorose di nessun tipo e, francamente, non fu nemmeno una gran bella partita. Si segnalano solo il goal, una traversa di Del Piero ed un palo di Inzaghi. Lo stesso Milan, il giorno stesso della gara, la analizza così tramite il proprio sito ufficiale:\r\n\r\n”Un gol episodico, in un primo tempo povero di emozioni da una parte e dall’altra, un gol di Trezeguet raccolto sulla strada della partita decide la supersfida di San Siro. Nel secondo tempo il Milan ci crede, si riversa, ci prova, ma non viene sostenuto dal guizzo giusto. Cose che sucedono e che vanno accettate, senza intaccare in nulla e per nulla la qualità della stagione della squadra di Ancelotti che è entrata nel mese di maggio da protagonista sia in campionato che in Champions League. Pressata dagli impegni di una stagione intensissima e gravata da una partita dopo l’altra, la formazione rossonera non è riuscita a trovare il ritmo nel primo tempo e ha pagato oltre misura il guizzo del centravanti francese della Juventus cui si sono aggiunte nella ripresa altre occasioni bianconere. Ma è stato il Milan, nella seconda parte, a guardare più spesso negli occhi il pareggio. Questa volta, soprattutto sul palo di Inzaghi, non è andata bene. Pazienza e grazie lo stesso…..”\r\n\r\nLetto così, parrebbe quasi un giusto rendere merito ad una grande squadra – la Juventus, quella Juventus – che tritava scudetti da tempo e pareva a tratti quasi invincibile. Indicativo anche il commento – unanime – dei media dell’epoca, tipo quello di Repubblica, notoriamente non vicinissima ai bianconeri: “Ha vinto la Juventus ed è stato giusto. Non basta il rigoricchio invocato a un quarto d’ora dalla fine da Cafu per alimentare le recriminazioni del Milan. Perché il Milan, senza dubbio, ha perso per colpe tutte proprie: i bianconeri le hanno riconosciute subito e ribaltate a loro vantaggio“.\r\nEppure, secondo qualcuno, il tutto non andò per il verso giusto. Ovvero, per il verso che voleva la Malefica Triade composta da Moggi, Giraudo e Bettega. Stando ai racconti odierni di tale Manfredi Martino, all’epoca segretario della CAN (Commissione Arbitrale Nazionale) ed ascoltato come teste dai giudici del tribunale di Napoli, “nella scelta dell’arbitro di Milan-Juventus, decisiva per quel campionato qualcosa non andò per il verso giusto…le palline utilizzate per i sorteggi arbitrali erano vecchie, usurate e decolorate, soprattutto nella stagione 2004-2005″.\r\nPer chi non lo ricorda, l’arbitro estratto dall’urna per dirigere quella partita fu Pierluigi Collina, un arbitro che storicamente nessuno mai potrebbe descrivere come “vicino ai colori bianconeri”.\r\nIn pratica, Martino asserisce che la Juventus avrebbe voluto pilotare in modo diverso l’abbinamento partita-arbitro, in modo tale da non avere proprio Collina come arbitro per quella gara.\r\nQuasi comico l’ulteriore approfondimento fornito da Martino quando parla dei motivi per i quali, secondo lui, fu una scelta pilotata male: “Ci fu uno strano colpo di tosse del designatore Bergamo quando il giornalista incaricato dall’Ussi scelse la pallina gialla degli arbitri”… Ricapitolando: Bergamo, vicino alla Juve, ebbe un sussulto quando il giornalista incaricato di estrarre la pallina con dentro il nome dell’arbitro (che poi si rivelerà Collina) non prese quella “giusta”.\r\nFatemi capire: qui si starebbe asserendo che il giornalista quindi era colluso con le manfrine ordite da Bergamo e Pairetto pro Juve; lo stesso, magari giunto ubriaco al sorteggio, non ha potuto estrarre la pallina giusta (che, ricordiamolo, erano scolorite, vecchie e usurate), andando a scegliere proprio la sfera con dentro il nome di Collina, arbitro anti-Juve per antonomasia; questo provoca il colpetto di tosse nervosa da parte di Bergamo (come a dire: hai sbagliato pallina, idiota: ributtala giù e prendi quella giusta!), situato ad almeno 5 metri dall’urna assassina, ma notoriamente dotato di una vista eccezionale, la quale gli permetteva di poter scorgere senza patemi la pallina giusta da estrarre tra tutte quelle presenti (che, ricordiamolo ancora una volta, per ammissione dello stesso Martino erano scolorite, vecchie e usurate).\r\nPeccato che lo stesso Collina, poi, diresse la partita in maniera impeccabile (come spesso gli capitava) e, se proprio vogliamo scendere nei dettagli, le uniche e timide proteste furono da parte dei rossoneri sia per un fuorigioco inesistente su Shevchenko che per un rigore (o forse due) per il Milan: trattenuta di Zambrotta su Cafu lanciato a rete e deviazione con il braccio di Cannavaro che impedisce al tiro dello stesso Cafu di centrare lo specchio della porta.\r\nConcludendo: o trattasi di cazzate allo stato solido quelle esternate da parte del signor Martino, oppure dobbiamo dare un ribaltone generale a Calciopoli ed inserire Collina tra gli indagati come “arbitro vicino alla Juventus”.\r\nPeccato che un ragionamento del genere non viene fatto dai rosiconi di cui all’inizio, i quali hanno il coraggio di sbattere in prima pagina un bell’articoletto che ha come prologo “….Per chi ancora si ostina a richiedere gli scudetti revocati, arrivano ulteriori conferme del fatto che fino allo scoppio di Calciopoli qualcosa non andava nel modo giusto….”. Mi sfuggono, queste conferme: che sia l’ usura delle palline? O le farneticazioni smentite qui sopra con i fatti?\r\nTanto per chiosare, ecco le dichiarazioni odierne di Bergamo in una dichiarazione spontanea resa in aula durante l’udienza di Calciopoli in corso alla nona sezione penale – Collegio A – del tribunale di Napoli riguardo all’episodio delle palline: «Il designatore arbitrale Pier Luigi Pairetto era troppo lontano dal tavolo dei sorteggi per riuscire a vedere le palline che venivano pescate dal giornalista di turno. Mi preme chiarire con precisione – ha aggiunto Bergamo – come avveniva il sorteggio. In un’aula aperta al pubblico e davanti alle telecamere della tv ci sistemavamo a un tavolo lungo quattro-cinque metri. A un’estremità c’era Pairetto e davanti a sè aveva un’urna di vetro dove venivano poste le palline con all’interno i nomi degli arbitri. Al centro del tavolo sedeva un notaio incaricato dalla Figc, e c’ero io. All’altra estremità del tavolo c’era l’altra urna con all’interno le sfere relative alle partite da abbinare. Dalla sua posizione Pairetto non poteva vedere cosa ci fosse nell’altra urna. Inoltre noi non conoscevamo il nome del giornalista che sarebbe stato designato dall’Ussi se non pochi attimi prima del sorteggio».\r\n\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it

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Pubblicato da
Alberto Zamboni