Calciopoli: Giraudo dovrà risarcire la serie B del Brescia

Adesso Calciopoli ha anche un peso in termini economici. A stabilirlo è stato il giudice per l’udienza preliminare Eduardo de Gregorio, lo stesso che ha emesso le sentenze di primo grado con il rito abbreviato lo scorso 14 dicembre. Il peso economico è di 12 milioni di euro, ovvero il valore di un anno di serie B per una squadra, il Brescia, finita nella serie cadetta perché così hanno determinato (per il gup) i fatti di Calciopoli. I legali del club lombardo brindano, quelli di Antonio Giraudo pensano all’immediato ricorso al tribunale del riesame perché nel provvedimento con il quale il magistrato ha deciso il sequetro dei beni, è l’ex ad della Juve a dover sopportare il costo della retrocessione del Brescia.\r\nGiraudo è stato condannato in primo grado a tre anni (ancora non è stata fissata l’agenda dell’appello) ed ora, per l’ex ad bianconero, arriva una svolta forse inattesa. Il Brescia aveva presentato il ricorso per il sequestro conservativo dei beni dell’allora dirigente della Juve fino ad una somma di circa 30 milioni di euro, sei per ogni stagione trascorsa in serie B dopo la retrocessione nel maggio del 2005. Il giudice ricordando nel provvedimento depositato martedì come «…fu illecitamente condizionata anche la parte bassa della classifica di quel torneo (2004/05 appunto, ndr) tramite una complessa operazione cui parteciparono diversi imputati, tra cui Giraudo, che portò al cosiddetto salvataggio della Fiorentina, diretta concorrente del Brescia, dalla serie B…», ha trasformato la richiesta economica dei lombardi nella somma di 12 milioni di euro in quanto se, dopo la retrocessione, il Brescia non è tornato subito in A la colpa principale è «…legata alle scelte societarie ed alla dimensione tecnica sportiva…».\r\nIl Brescia esulta, a Giraudo i conti non tornano, mentre in tutto questo la Juve resta spettatrice perché non toccata minimamente dalla nuova, inedita, tappa di Calciopoli. Dodici milioni di euro in beni preventivamente sequestrati, è il verdetto di un provvedimento che spiega anche come l’ex amministratore delegato bianconero «…sia titolare di piccolissime partecipazioni azionarie in due società per valori quasi inapprezzabili…oltre a ciò l’obbligato (Giraudo, ndr) possiede una partecipazione azionaria nella società Juventus Football Club inferiore alla soglia di rilevanza del 2 per cento per un controvalore economico intorno ai tre milioni di euro, in considerazione dell’attuale capitalizzazione di questa società…».\r\nTradotto: il giudice si sofferma in più passaggi sull’entità del patrimonio di Giraudo che, per il gup e secondo le sue indagini presso il Catasto, è «inadeguato a fronte dell’obbligazione risarcitoria» e per questo si è reso necessario il sequestro dei beni per evitare il rischio di «una loro dispersione o trasformazione…». Giraudo, da quattro anni, vive a Londra ed è Oltremanica che ha interessi nel settore immobiliare. Calciopoli, per lui, è ferma al giudizio di primo grado, ma, presto si rimetterà in moto. Così come per il grande imputato Luciano Moggi, in aula nel procedimento ordinario dal primo ottobre: lo scandalo mai visto ha conosciuto, ieri, il suo primo peso economico. Cosa accadrà nei prossimi mesi con le altre richieste di risarcimento danni?\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it