C’è il pubblico delle grandi occasioni, fotografi e televisioni: in aula al processo per lo scandalo del calcio del 2006 è di scena l’ex presidente della Federcalcio Franco Carraro. L’udienza è tutta per lui, anche se in apertura è toccato ai marescialli dei carabinieri responsabili dei servizi di pedinamento a Luciano Moggi rispondere alle domande dell’avvocato Maurilio Prioreschi, difensore dell’ex direttore generale della Juventus.\r\nIl presidente della Nona sezione penale, Teresa Casoria, su istanza del pm Capuano – oggi presente in aula con Narducci – ha disposto l’accompagnamento coatto con la forza pubblica del presidente del Cagliari Massimo Cellino che per la terza volta non si è presentato in aula. Per lui anche un’ammenda di 250 euro e la convocazione per il 22 dicembre. In quella data in aula anche il tecnico del Chelsea Carlo Ancelotti e l’ex del Parma Vignaroli, ma il teste più atteso è il tenente colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio che ha coordinato le indagini dal 2004 al 2006.\r\nL’ex presidente Figc poteva avvalersi della facoltà di non rispondere non essendo ancora divenuta definitiva la sua archiviazione per lo stesso procedimento, ma Carraro ha voluto rispondere: “Lo ritengo anche un mio dovere, da ex presidente federale aiutare a fare chiarezza”. È stato il pm Giuseppe Narducci, che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio, a chiedere chiarimenti. Carraro, sicuro, ha risposto a tutto spiegando soprattutto il tenore di delle telefonate con l’ex designatore Paolo Bergamo (oggi presente in aula) sia in occasione della gara Juventus-Inter, che prima e dopo Lazio-Brescia. “Era un mio dovere istituzionale chiedere che ci fosse un arbitraggio corretto così come risulta anche dalle sentenze sportive e della Corte dei Conti che sul mio operato non ha rilevato illeciti”. Carraro ha anche ammesso – come già nell’immediatezza delle sue dimissioni – la “responsabilità oggettiva” che lo hanno spinto a farsi da parte, ma relativamente al ruolo politico. “Perché se avessi avuto sentore di fatti illeciti sarei intervenuto”.\r\nRicostruite anche le telefonate con Moggi quando Lippi era c.t. “Parlavo con Moggi perché aveva un buon rapporto con Lippi, era un grande esperto di calcio e non trovavo strano che mi relazionasse del suo rapporto con Lippi, il c.t. era da poco con noi”. Nessuna domanda da parte dei legali di Moggi, ci pensano le parti civili (Catalanotti per il Brescia e Froio per il fallimento Bologna) a chiedere chiarimenti.\r\nL’ex designatore fa una dichiarazione spontanea e spiega le telefonate con Carraro. “Forse le parole sembrano improprie, ma non c’era stata nessuna pressione particolare“. Dopo Carraro parla Ermanno Pieroni per i suoi rapporti con Ignazio Scardina e Luciano Moggi.\r\n(Credits: Gazzetta.it)