Calciopoli: agli atti la sentenza Telecom. Il resoconto dell’udienza dell’11 gennaio 2010

Comincia l’anno per il processo Calciopoli, comincia l’anno che dovrà condurre (pre­sto, se si seguirà il passo da bersagliera della giudice Caso­ria) alla sentenza di primo grado. Come ci si aspettava, in aula è andato in scena lo scontro tra i pm e le difese sulla possibilità di acquisire come nuovi testi in relazione al lavoro investigati­vo ulteriore svolto da Narduc­ci e Capuano nei mesi scorsi. Zamparini e Corbelli, interro­gati su vicende che nulla han­no a che vedere con la stagione 2004-2005, ma anche il supple­mento di Nucini e le tracce se­guite di un’utenza che – dopo anni – proprio l’ex arbitro di Bergamo e amico di Facchet­ti : tutte eventuali nuove audizio­ni che potrebbero rallentare il corso del procedimento.\r\nEcco i momenti salienti della giornata riportati da ‘Tuttosport’ e ‘Tuttojuve’:\r\n\r\nGallinelli: «Ora risentite Nucini nel segreto delle vostre stanze. Vi ricordo che l’avete sentito in aula quando il De Santis e la sua posizione erano ancora stralciate da questo processo e non potemmo controesaminarlo, visto che parla a lungo del mio assistito, il Nucini. Si tratta di un’indagine ombra perché – evidenzio – anche il 26 aprile sia stato sentito nella segretezza dell’ufficio del pm anche Gianfelice Facchetti».\r\nLa giudice Casoria allarga le braccia: «Fin quando il pm non fa richieste al tribunale, le sue indagini non ci riguardano».\r\nGallinelli replica e si porta avanti: «Vorrei sapere per tempo dal pm cosa intende farne di questo lavoro. Valuteremo, allora, sull’opportunità di sentirlo».\r\nCasoria: «Certo, prima o poi dovremo saperlo, ma non possiamo sollecitare il pm».\r\n\r\nL’udienza riprende. Il Pm Capuano si oppone alla produzione della sentenza Telecom: «Nulla rileva anche la parte che riguarda l’operazione Ladroni». E no anche alla comunicazione Telecom del 2009: «Non capiamo. La mappatura di Garlasco: se la difesa ci vuole spiegare in riferimento a quanto detto da Di Laroni. Si potrebbe sentire il funzionario Telecom. Rappresentiamo al collegio che ci siamo accorti quando rientrando le parti civili e la riunione del procedimento di De Santis avevano dato l’ok alla riunificazione e anche all’utilizzabilità degli interrogatori di Nucini». \r\nLa Casoria ribatte al pm: «Il consenso era stato dato, con la riserva di risentire il testimone nel caso…»\r\nPrioreschi replica ai pm: «La sentenza del gup Panasiti ha grande importanza: c’è stato spionaggio illegale ai danni di Moggi e De Santis. Quanto al documento che riguarda l’analisi sull’aggancio delle celle è generale, anche se riguarda il delitto di Garlasco. Di Laroni parlava di aggancio di celle, Di Laroni ha fatto l’attività sui tabulati: la documentazione è complessa, ma si dice in quel documento che se vuoi essere minimamente attendibile devi chiedere la mappa di cella di quella schede, non puoi farlo con la semplice elenco dei tabulati: ci sono interferenze e problemi tecnici. Per avere la certezza di aggancio, serve il traffico di cella non il tabulato del telefono. Questa è la rilevanza di questo documento: perché sia attendibile. I carabinieri dovevano chiedere ai gestori sulle fantmatiche schede svizzere, si doveva chedere quella mappa, altrimenti non si può fare coi semplici tabulati. E’ un po’ quello che qualche udienza fa ci disse in aula il consulente di Fabiani sulle schede svizzere».\r\nE la Casoria conferma: «Nel controesame di Dilaroni lo conferma anche…»\r\nL’avvocato Gallinelli incalza: «Al pm ricordo che De Santis è parte civile al processo Telecom. Ma mi stipisco: qui sono stati sentiti Gianfelice Facchetti e Nucini, i contenuti di questi verbali fanno specifico riferimento a questa attività milanese sulla questione Tavaroli. E fanno parte di quella sentenza proprio le specifiche che descrivono la questione».\r\nL’Avvocato Salvatore Russo della Juve si associa perché per difetto di notifica dei verbali di acquisizione delle indagini supplementari.\r\n\r\nLa giudice Casoria, dopo una breve camera di consiglio, acquisisce la sentenza Telecom sul pedinamento di Moggi, De Santis e Bergamo e rigetta invece il documento Telecom del processo Stasi sul delitto di Garlasco e sull’attendibilità del lavoro dei carabinieri sulle celle.\r\n\r\nDichiarazione spontanea dell’ex assistente Ceniccola.\r\nVorrei partire dalla combriccola romana della quale era capo De Santis e composta da un gruppo di arbitri e assistenti. Questa combriccola era considerata il braccio armato di Moggi e si adoperava per alterare le partite. La prima delle tante domande che mi sono posto è questa: ma non dovevamo essere un gruppo di farabutti che si incontrava e che insieme in queste riunioni decidevamo le sorti delle campionato? Perché hanno accusato solo me e De Santis? Dove sono gli altri appartenenti? Abbiamo ascoltato tanti testi, compreso Auricchio che ha detto che la combriccola romana non esisteva. Dopo avere appurato ciò, facciamo un passo indietro e torniamo a Lecce-Juve, campo al limite ma praticabile e, come ho già detto al pm Beatrice e confermato dai due capitani delle squadre, nessuno ha mai chiesto che la gara venisse sospesa. La Juve era la squadra tecnicamente più dotata ed ha vinto nonostante il campo. Alla fine della gara veniamo fatti omaggio di alcune magliette sia dalla Juve che dal Lecce, cosa che avveniva alla fine di tutte le gare agli arbitri, agli assistenti e all’osservatore. Anzi in quel periodo il Milan regalava borsoni, abbigliamento e orologio dell’Adidas, e l’Inter tutto della Nike, oltre ad un maglione di cachemire. Lecce-Juve, la Juve vince e avrei raggiunto l’obiettivo designato. Allora qualcuno mi spiega perché per due mesi non sono stato designato per gare importanti? Forse mi ero sdoganato anch’io? Perché non sono stato designato per partite con De Santis? Perché quando lo chiesi a De Santis mi rispose che non lo sapeva e che dovevo rivolgermi al designatore degli assistenti? E così feci, e chiamai Mazzei che mi disse che per lui ero idoneo e che dovevo rivcolgermi ai designatori. Chiamai Pairetto che mi disse che per lui non c’erano problemi e Bergamo, invece, mi disse che c’erano assisternti migliori di me. Contini, Babini e Copelli avevano un rapporto quotidiano e amichevole con un dirigente del Milan e non sono in questo processo. Non sono stato neanche giudicato dalla giustizia sportiva e mi trovo imputato nel processo per frode sportiva. Inoltre, chiudo chiedendo un giustizia vera.\r\n\r\nDichiarazione spontanea di De Santis\r\nSu di me è stato scritto un romanzo al quale spero venga messa la parola fine. Cercherò di evidenziarne alcune anomalie. I motivi per cui non mi sono sottoposto all’esame dei pm sono semplici. I pm non hanno mai ritenuto opportuno sentirmi, in nessun momento delle indagini. Sarebbe stato riduttivo sottopormi a questo esame perché ho notato il tipo di esame che hanno fatto alle altre persone e cioè l’analisi dei contenuti delle varie intercettazioni dei personaggi senza dare mai un quadro chiaro della situazione. Ritengo giusto affidare questa mia difesa solo alle mie parole. L’avviso di garanzia del 2006 ha sancito la fine della mia carriera fatta di sacrifici e di un comportamento corretto, premiata sul campo e non grazie a raccomandazioni e a combriccole varie. Auricchio non ha perseguito un reato ma una persona, lo ha detto lui e non è stato bello sentirlo, soprattutto per me che facevo parte del mondo della giustizia. Io ho avuto la sventura di arbitrare quel famoso Juve-Parma del 2000 con il quale vengo etichettato come “juventino” perché annullai il gol di Cannavaro. Lo dice Meani ad Ancelotti: “La torta era fatta, il campionato lo avrebbe vinto la Juve, se De Santis non avesse fatto tutto quel casino”. Per quella gara fui squalificato 4 mesi dalla giustizia sportiva, ma non per errori tecnici. Io dovetti andare via da Roma, per i tifosi della Lazio sotto casa, per la campagna fatta nei miei confronti. Fui anche chiamato da Guariniello, l’obiettivo di quelle indagini era Moggi. Ogni volta che arbitravo la Juve avevo problemi. Nel tempo c’è stata un’inversione di tendenza. All’inizio della sua carriera un arbitro viene mandato ad arbitrare le partite più facili che, ovviamente, sono quelle tra le grandi e le piccole e, ovviamente, succede spesso che le grandi vincano. Ma nel frattempo sono cresciuto come arbitro e sono andato ad arbitrare le gare più difficili, quelle nelle quali la Juve poteva perdere. Nel luglio del 2004, si parla di scommesse, Palanca e Gabriele, guarda caso amici di De Santis, si allenano con me, non lo nego, sono miei amici, vengono sospesi e chi frequentano, con chi si allenano? E’ facile: De Santis. Viene sentito Dal Cin, del Venezia, e gli vengono fatte delle domande. Viene fuori che Palanca viene messo insieme a Gabriele come vicini a De Santis e alla Gea, e quindi a Moggi. Quindi il giro è chiuso, si arriva a Moggi ma a nessuno interessa che i due vengono scagionati. Intanto sono messo sotto intercettazione io. Investigare sulla combriccola sarebbe stato facile, bastava venire al nostro polo di allenamento, vedere quello che facevamo. Purtroppo per me sentire da Auricchio che la combriccola non esisteva è stato terribile. Perché allora me la ritrovo nel capo di imputazione? Perché sull’Espresso a pochi giorni dall’avviso di garanzia trovo pubblicato tutto? Mi è stato insegnato che le intercettazioni sono mezzo di ricerca della prova e che l’investigatore, dopo, deve riscontrare nei fatti. In questa indagine, che è durata tantissimo, di investigazioni non se ne parla, l’intercettazione è diventata prova. Io ho già avuto una sentenza di condanna che è quella dell’opinione pubblica. Su spezzoni di intercettazione sono state fatte le fiction. Poi è seguito lo scempio delle sentenze sportive addomesticate del 2006. Non mi è stato permesso di difendermi perché c’erano spezzoni di telefonate. Se le telefonate fossero state depositate tutte, forse avrei avuto uno spiraglio di difesa. Oggi la Figc non sarebbe dovuta tornare a sentire la stessa gente di cinque anni fa. Eppure queste telefonate sono rimaste nell’ombra. Forse conoscendole mi sarei potutto difendere anche a Milano nella querela di Facchetti. Io mi muovevo in un contesto in cui quelle cose erano normali. Perché Narducci in quest’aula ha detto che non risultavano telefonate di dirigenti dell’Inter? E io che dovevo fare? Avevo addosso numerosi processi, e per mettere fine feci la lettera di scuse. Poi scopro che Facchetti e Moratti, dietro suggerimenti di un arbitro, Nucini, che cercava un posto di lavoro e che veniva da me a piangere perché aveva l’aspirazione di aprire un bar, mi rendo conto oggi che queste tre persone organizzavano insieme a Tavaroli indagini illecite. Che fine hanno fatto queste indagini? La sentenza stamattina depositata parla della mia vita scandagliata in tutto e per tutto con un teste che gira per le società di calcio a contrabbandare false informazioni. La dottoressa Boccassini mi ha negato la possibilità di ottenere copie di quegli atti che riguardavano me. Facchetti con una mano indagava su di me con l’altra mi telefonava e mi mandava gli auguri, durante una partita, lo abbiamo sentito qui… Mi viene mossa l’accusa di aver procacciato informazioni e grazie ad esse entravo e uscivo dall’associazione. Addirittura ho danneggiato quasi volutamente questa associazione. Chi è che mi ha fornito queste informazioni? Un tale Pepe Guglielmo, autista del Csm, zio di un calciatore attuale della Juventus, che mi chiedeva consigli su quale procuratore potesse seguire il nipote, mi chiedeva di Zavaglia. Se fossi stato il braccio armato di Moggi mi sarebbe stato facile indirizzarlo.  Il 18 gennaio 2007 mi è stato notificato un avviso di proroga delle indagini e poi non ne ho saputo più nulla. A giugno ho chiesto che fine aveva fatto il procedimento. Scopro che ancora oggi è nella fase delle indagini e stranamente è tornato nelle mani di Narducci dopo essere stato assegnato al pm Amato.\r\nEppoi i vantaggi: ci dicono arbitri corrotti, no? Ma hanno fatto accertamenti e i passaggi di denaro dove sono: i vantaggi sono nella progressione in carriera e in un numero maggiore di gare designate. Prendevano 5000 euro a gara: più arbitri, più guadagni. I più vicini all’associazione dovevano guadagnare di più, no? E invece nel 2004-2005, io l’arbitro promotore e capo della combriccola e vicino alla Juve. Ebbene ecco la lista dei guadagni di quella stagione: ero l’ottavo e dovevo andare al Mondiale.\r\nCollina 145 mila euro\r\nPaparesta 137 mila\r\nRosetti 130 mila\r\nFarina 127500\r\nTrefoloni 127500\r\nRodomonti 125 mila\r\nBertini 117500\r\nDe Santis 115 mila\r\nIn quest’aula ci siamo io e Bertini, quelli che guadagnavano di meno tra i top! Eppoi il Conto Arancio, facciamo accordi con Lanese, condannato: Collina per lo spot guadagna 100 mila euro e dallo spot non prende niente. Collina è stato l’arbitro più bravo del secolo, ma se più arbitri e più benefici dalla Cupola. Allora il re degli associati! Le schede svizzere, bene, anche queste. Bene non potevano usare il costoso Analis per le celle, meglio farle a mano. In altri processi sono stati scagionati per perizie come quella che qui viene rigettata, ma bastava guardare le mie presenze ai corsi di polizia carcararia o addirittura proprio negli uffici di Auricchio, dove apprendevo IO ho controllato orari e posizioni, ma io ho prove che in quelle ore io ero attestato dal Ministero di Grazia e Giustizia che ero da loro, con 70 allievi e i docenti. Sono piene di errori quelle indagini. Mi contestano Lecce-Juve, stavolta senza intercettazioni. Le magliette? Venti magliette con Milan e le grandi era normali, le porto ad associazioni benefiche. Se avessero intercettato altri arbitri avrebbero capito: ma qui ci sono 40 arbitri e intercettano solo me. Eppure se sento qualcosa che collima con la tesi d’accusa, indago, no? E invece solo intercettazioni indirette: avremmo visto cose diverse. Campo impraticabile: negli ultimi 10 anni è stata interrotta per impraticabilità una sola partita. E il 14 maggio 2000 Collina non interruppe a Perugia: ma quando perde la Juve non è reato. Pensi che mi hanno chiesto magliette anche negli uffici di via Inselci, dove c’è il nucleo investigativo dei carabinieri che hanno creato Calciopoli. Le ammonizioni? Bene, ma per prima cosa quelle ammonizioni erano giuste o sbagliate. Poi Auricchio qui si rivela un tecnico: allora perché non ha guardato i filmati? Possibile che chi ha arbitrato bene si trova condannato e chi male è fuori: qui Rosetti ha ammesso l’errore più grtande. Fortuna sua di aver sbagliato. Tombolini è stato fortunato: in Lazio-Brescia ha sbagliato e se la cava. Poi, però, escono telefonate che chiariscono tutto, che fanno capire e che hanno trovato solo i difensori di Moggi. Ma basta una telefonata di un giornalista a Moggi e io mi trovo un capo d’imputazione. Fiorentina-Milan sarebbe la svolta d’indagine di quella stagione: duellavano Milan e Juve, a poche giornate dalla fine del campionato, io designato per una gara che può decidere il torneo e la Fiornetina ci si gioca la salvezza. Poi ci sarà Milan-Juve: ha tre diffidati tra i migliori, non Petruzzi e Nastase, Nesta Seedorf e Rui Costa. La Fiorentina l’avrei dovuta salvare io: potevo salvare loro e far perdere il Milan facendo andare in fuga la Juve, no? Ma succede che io arbitro, non Farina come scriveva Auricchio, io capo della cupola faccio vincere il Milan 2-1, contestato dalla Fiorentina per un rigore, non ammomisco nessuno, la Juve va in silenzio stampa, la Juve parla male di me in intercettazioni. Ma le intercettazioni tra me e Moggi dove sono, ci sono quelle in cui lui non mi vuole come arbitro. Ma secondo i pm ero ormai sdoganato, no? Ma trovo depositata una telefonata tra Meani e Ramaccioni del MIlan: si preoccupano dei diffidati del Milan e la diffidenza nei miei confronti, allora non ero vicino al Milan? Se ero così bravo, potevo cacciarne uno, Stam forse lo meritavo, ma se avessi ammonito Nesta o Seedorf avrei avuto un altro campo d’imputazione. E perché non c’è Juventus-Inter? Perché vince l’Inter, ma la arbitro sempre io. E ci sono due diffidati della Juve Ibra e Appiah. Due squalificati, in un momento cruciale del campionato. Ma c’è il caso della prova tv con Cordoba: adesso gliela spiego io, si applica su richiesta della Procura per episodi sfuggiti all’arbitro, ma decade se l’arbitro dice di aver valutato. L’arbitro ero io: potevo dire di aver visto, ho controllato. Mi avrebbero coperto i sodali della Cupola, no? Ero a Lisbona, miha chiamato tante volte il giudice sportivo non sapevano come uscirne, pregavano perché l’avessi visto. Ma io non avevo visto! Parma-Juve, poi, l’arbitravo per la prima volta dal 2000, quella di Cannavaro. Boschi millantava: voleva la maglia di Del Piero, ma l’ho chiesta ad Alessio Secco. E la mia porta era sempre aperta: deformazione professionale, io mai chiuso nello spogliatoio… Un arbitro non va mai negli spogliatoi delle squadre: l’identificazione è demandata al quarto uomo. Millanta Lecce-Parma, in ultimo: mi hanno condannato alla giustizia sportiva solo per quelal gara, mica per la Juve. Io, Bergamo e Mazzini per illecito sportivo per le nostre telefonate: Bergamo, però, parlava con tutti gli arbitri ve lo hanno detto tutti Collina, Trefoloni, Tagliavento. Era una delle sei partite che decidevano la salvezza: a fine campionato ci sono squadre più volitive e altre meno, ve lo ha detto Zeman. Il Parma fece retrocedere il Lecce anni prima, a Bergamo dico che mi metto in mezzo come giudice, se la partita se la giocavano, altrimenti mi sarei messo da una parte. Baraldi non mi ha criticato, Carmignani conferma, Vignaroli . La tv dimostra che Vignaroli non c’è, lui credeva che avessi scritto il falso, ma qualcuno sa cosa ho scritto. Ma Morfeo era ammonito, perché attaccati al tabellino della Gazzetta. I giocatori del Parma mi chiedevano di giocare ancora, e io cosa feci diedi 4′ di recupero: ma la squadra era disperata, se la dovevano giocare fino in fondo. Le altre gare erano finite, potevo farla finita prima: era a mia discrezione. Il Bologna qui mi accusa, ma con i provvedimenti presi contro il Parma se ne avvantaggia il Bologna nello spareggio. Mi accusano della telefonata a Mazzini: avevo fatto un capolavoro, lo conferma l’osservatore. Ma io prima di Mazzini chiamai 17.46 a Bergamo, non messa agli atti, poi chiamo Pairetto e anche questa niente. La Bibbia era quella delle intercettazioni dei pm: ora tutto il Paese sa che c’è dell’altro. Collina mi chiama alle 20 e pure lui mi dà ragione: non capisce le lamentele del Parma. Alle 8 del mattino mi chiama Rosetti e gli dico lo stesso: si è confezionata l’accusa. Alla giustizia sportiva tolto l’illecito alla Fiorentina, per chi lo abbiamo commesso io, Bergamo e Mazzini? Io sono stato massacrato dalla giustizia sportiva, un materiale utilizzato . Emerga qui quello che non è emerso nei processi mediatici e sportivi. Rivoglio la mia dignità, la mia condanna più dura l’ho avuta nel 2006».\r\n\r\nDichiarazione spontanea di Mazzei.\r\n La mia nomina è stata proposta da Lanese a Carraro che l’ha confermata. Nel 2001, quando mi fece la proposta, ero considerato dall’Uefa uno dei più bravi del mondo, ho fatto finali di Champions, i Mondiali del 1998 eccetera, la proposta di Lanese era motivata da questo. Preparavo la griglia degli assistenti, in base al loro rendimento, alla loro crescita. Qui finiva il compito del vicecommissario. Il compito delle designazioni era del commissario. Al sorteggio che veniva fatto, io non andavo mai, inviavo solo le griglie, non avevo potere decisionale. A Coverciano andavo solo perché era un raduno tecnico e quando capitava che si svolgesse anche il sorteggio ci andavo. Quello che mi interessava era il discorso tecnico. Mi trovo coinvolto in questo processo per una delle tante telefonate tra Meani e Titomanlio che io non avevo nemmeno proposto, è stato cambiato il nome. Io non ho parlato con Titomanlio solo in quella occasione, così come ho parlato con tutti gli assistenti, cercando di prepararlo ad una situazione ambientale che avrebbe trovato. Gli assistenti stavano a Coverciano solo il venerdì. Quindi quello era l’unico momento che io avevo per parlare con loro.\r\n\r\nPrima della chiusura dell’udienza il perito Porto ha dichiarato che necessita di ulteriore tempo per trascrivere le nuove intercettazioni telefoniche (compresa quella tra Bergamo e Facchetti). L’udienza di martedì 18 sarà quindi solamente tecnica.\r\n\r\n(Credits: ‘Tuttosport’ e ‘Tuttojuve’)