“Il calcio brasiliano iniziava a essere più ricco – spiega ancora l’agente Fifa – ma il Santos aveva bisogno di monetizzare, quindi non stavano certamente alzando barricate per impedire a Neymar di andarsene. Ci accordammo per 35 milioni di euro, una cifra importante, ma che era il valore del giocatore in quel momento. In più la Juve aveva un piano per riuscire a incrementare gli introiti con operazioni di marketing legate al personaggio, che molti sponsor stavano già corteggiando”.
\r\nInsomma, era tutto pronto per il trasferimento, ma?\r\n
“Il vicepresidente del Santos fu chiaro: se fossero andata avanti in Libertadores l’accordo non sarebbe stato più valido perché non potevano cedere l’idolo in quel momento, ci sarebbe stata una rivolta dei tifosi e non potevano permetterselo. Purtroppo per la Juventus, quell’anno il Santos non solo andò avanti nella Libertadores, ma riuscì pure a vincerla. Non capitava da 48 anni! A quel punto – rivela Zavaglia – il Santos riuscì a trovare la forza e i soldi per blindare Neymar: gli fece firmare un nuovo contratto che per metà era pagato dagli sponsor, tant’è che il giocatore iniziò a girare una serie infinita di spot, e fissò la clausola di rescissione intorno ai 60 milioni di euro. Quelli che poi sono stati pagati dal Barcellona quest’estate”.
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