Se un tribunale stacca la spina al calcio italiano. Arriverà probabilmente lunedì la decisione del giudice Claudio Marangoni che toglie il sonno – nell’attesa – ai presidenti della Serie A ed alla Lega Calcio. A Milano, Marangoni valuta il ricorso della piccola emittente Conto Tv che è stata tagliata fuori – sostiene lei – dal bando per le partite dei due prossimi campionati. I diritti di trasmettere le gare (via satellite) sono finiti in blocco alla grande Sky, l’unico soggetto capace di offrire ai club un miliardo e 149 milioni. Di questa montagna di soldi, peraltro, Sky ha già pagato 28,55 milioni. Prima rata. E una seconda rata di 90 milioni sarà pagata il 30 giugno. A meno di imprevisti. L’imprevisto prenderà corpo, forse, nelle aule del Tribunale di Milano. Il giudice Marangoni ha il potere di sospendere gli “effetti del bando della Lega” (che ha gestito la vendita dei diritti) se riterrà che Conto Tv sia stata “segata” e discriminata davvero. Se convinto delle ragioni di Conto Tv, il giudice metterà nel congelatore l’assegno da un miliardo e 149 milioni di Sky e chiederà che il tema dei diritti satellitari, come nel gioco dell’oca, torni alla casella di partenza. Nuovo bando, tutto da rifare. Quando mancano 99 giorni all’inizio della nuova stagione, mentre Lippi sale sull’aereo per il Sudafrica e l’Italia lotta per avere gli Europei 2016, molte squadre vedono già la morte con gli occhi. Il Bologna, che fatica a pagare gli stipendi ai giocatori, confida anche sui soldi di Sky – sulla famosa seconda rata di giugno – per rispettare gli impegni ed iscriversi al campionato. Altrimenti può essere la fine. Per lui, per altri club piccoli e medi. Se questo è lo scenario – se davvero il calcio italiano rischia “la fine della Grecia”, come dice un top-manager di Sky – perché mai il giudice dovrebbe dare ragione a Conto Tv, più famosa per i film porno che per il calcio? Sarà psicosi, ma ieri le voci della vittoria di Conto Tv si moltiplicavano e si basavano anche su dati concreti. In un precedente round di questa lite, davanti alla Corte di Appello di Milano, Conto tv ha già messo nell’angolo Sky (era il 2 novembre 2009). Il 13 maggio 2010, poi, il Tar del Lazio ha contestato la Lega Calcio per i termini del bando sui diritti satellitari, giudicati poco rispettosi della concorrenza. Argomento che gli avvocati di Conto Tv hanno subito rilanciato sul fronte milanese: “Quello del Tar è stato il cartellino giallo”, hanno detto in udienza i legali di Conto Tv, Franceschelli e Zeno-Zencovich, “adesso lei giudice Marangoni solleverà, speriamo, il secondo cartellino giallo”. E poi c’è la variabile politica. Nel Popolo delle Libertà, in tanti sperano in uno sgambetto a Sky (che subito avvantaggerebbe Mediaset Premium). Non solo. La sconfitta di Sky porterebbe con sé il fallimento del sistema di vendita collettiva dei diritti tv. Per una combinazione di norme, il calcio tornerebbe ad un sistema di vendita individuale, per cui ogni club aprirebbe un negoziato in proprio con le tv. Una pacchia per Inter, Roma, Milan, Juve. Tutto finito, allora? Anche i legali di Sky, in udienza, si sono battuti bene. E i vertici dell’emittente, poi, sperano che il governo non osi aprire la guerra del calcio, mentre il Paese – tra manovre economiche e tagli – attraversa ancora l’inferno della crisi economica.\r\n\r\nCredits: Repubblica\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it