Il buono, il brutto, il cattivo

I cowboys guidano la Juventus alla prima vittoria contro il Cagliari, c’è ancora tanto da lavorare: i promossi e i bocciati

La stagione è iniziata con lo Juventus Stadium tutto esaurito. Segno che una buona parte dei tifosi a differenza dei lamentosi da tastiera, va a vedere la partita ed è contenta di stare vicino alla squadra. Onore a loro.

La partita è stata piacevole. Il Cagliari se l’è giocata attuando un pressing asfissiante, consapevole della nostra non perfetta preparazione, e volto a soffocare le nostre iniziative sul nascere e costringerci al lancio lungo. La Juventus ha un poco sofferto, almeno per 30 minuti, questo andare a mille dei nostri avversari, fra l’altro incoraggiato da un arbitro scarso che si è scordato i cartellini nello spogliatoio. Incredibile come Barella che fa almeno sei falli da giallo termini la partita illibato. Ma i falli soprattutto su Dybala si sono sprecati. Un fallo su Chiellini a gamba tesa in scivolata, nella nostra metà campo ad andare netto sull’uomo, anche quello bellamente ignorato. Va detto che la Juventus non ha mai provato a rinunciare a giocare e fra qualche difficoltà è andata in gol con Mandzukic e aveva già sfiorato il gol su punizione di Pjanic. Molto bello il gol di Iron- Mandzu, una semirovesciata su cross di Lichtsteiner.

Il Cagliari è stato in partita fino al rigore clamorosamente toppato dalla VAR e giustamente annullato da Super Buffon. Il rigore se a velocità normale poteva esser più o meno fattibile, con l’ausilio della Tv si vede chiaramente che non esiste. 1 – Il tocco è lieve e da non giustificare il tuffo triplo carpiato del cagliaritano. 2 – La palla non è in possesso di nessuno dei due giocatori che cercano entrambi il pallone e non c’è alcuna intenzionalità di Alex Sandro di fare fallo. 3 – Nel replay si vede chiaramente che il giocatore del Cagliari cerca prima un controllo con il sinistro, dopo che la palla gli è sfilata dal destro, e quando questo controllo non gli riesce si lascia cadere. 4 – Avrei scommesso qualsiasi somma che il primo rigore della VAR lo avrebbero assegnato contro di noi. 5 – Godo ancora come un riccio adesso a pensare che San Gigi lo ha parato. Per concludere questa moviola fatta in casa, il fallo di mano sul gol di Dybala è solo nelle menti contorte degli antijuventini. Il gesto è dinamico se non alza quel braccio a formare un incavo con il petto la palla sfila. Va da sé che lo stop è fatto con la parte esterna del petto e non c’è alcun tocco di braccio, ma è troppo complicato da capire per chi non sa come si stoppa un pallone di petto e ha la menta accecata e offuscata dalla bile da sconfitta.

E veniamo ai giocatori. Una menzione per Douglas Costa oggi più pronto di Cuadrado e sempre imprendibile per i nostri avversari. Alex Sandro che è sempre un bel treno da vedere. Matuidi che pare giocasse con noi da una vita per il numero di palloni toccati e la semplicità di posizionamento e di tocco segno che a volte se c’è il talento, e non mi riferisco alla classe ma al talento di saper stare in campo, il gioco del calcio è davvero un gioco semplice.

E ora i nostri cowboys. ”Iron” Mandzukic (il cattivo), ha aperto le danze da centravanti vero. Un giocatore che sorride poco e parla anche meno. Un uomo che si porta dentro i gradi di Capitano e non ha bisogno di farseli dare per contratto, così come non ha bisogno di gesti plateali in favore di telecamere. Segna un gol anche di pregevole fattura e poi si schianta contro i cartelloni pubblicitari per recuperare una palla ed evitare un fallo laterale. Questo è Manzo l’uomo d’acciaio. Un esempio per tutti i suoi compagni. Da imitare, da emulare, da clonare. Chiude la partita ”Il Pipita” Higuain (il brutto). Tutta una partita ad arrabbiarsi con sé stesso perché le cose non gli riescono. Brutto di rabbia. Il suo fisico ha bisogno piu’ di quello degli altri per rodarsi. E poi una sola palla. Un tiro un gol. Come l’altro Franco- Argentino che ci ha fatto tanto godere David Trezeguet. Proprio come lui. Giochi a volte in 10 e poi un tiro un gol. E la chiude Higuain. E in mezzo a questi due pezzi da 90 lui: ”U Picciriddu” Dybala (il buono), quello che ha una faccia come quella di un ragazzino che viene al campo col pallone sotto braccio e i calzini abbassati. E non ti aspetti che così piccolo ed esile poi è un fenomeno. L’ha presa maledettamente seriamente questa storia della 10. Ogni tocco è una delizia. A volte prova a vincere da solo. Ogni tanto tira fuori dal cilindro cose che gli altri neppure immaginano di poter pensare. Sorride poco ultimamente durante le partite. Vuole vincere l’ho detto, l’ha presa proprio seriamente questa cosa della 10. Lui è l’eroe. Lui è il buono che alla fine vince sempre. Lunga vita a Dybala lunga vita ai nostri cowboys.