Venti giorni per mettere su un processo farsa, senza prove, con solo 40 telefonate selezionate su centinaia di migliaia, zero possibilità di difendersi, e sentenze emesse in pubblica piazza. 365 giorni per non aprire in mano un faldone presente in un cassetto delle procura federale che potrebbe riscrivere per sempre la storia del calcio: l’esposto della Juventus sulla richiesta di egual trattamento nei confronti di chi ha spiato, intercettato, telefonato ad arbitri e guardialinee, incontrato arbitri in attività, compie un anno senza avere avuto ancora alcuna risposta. Questa volta non c’è da montare nessun sentimento popolare, non ci sono da mettere insieme “le forze dell’Unicredit, della Banca Popolare di Milano e del presidente per controllare il calcio italiano”, tanto il ricorso al TAR “graziadio” è stato ritirato nel 2006 per il bene del calcio. Avanti così, ora il calcio è pulito e tutti hanno possibilità che prima non avevano. Tutti tranne Milan e Inter. \r\n
Juventus Football Club sottolinea che il decorrere del tempo non ha minimamente affievolito l’attenzione della Società per le vicende dell’esposto alla Federazione Italiana Giuoco Calcio presentato ormai un anno fa, in data 10 maggio 2010 per l’esattezza. Al rispetto per l’autonomia degli organi di giustizia sportiva fa da contrappeso il senso di responsabilità nei confronti di milioni di tifosi che da troppo tempo attendono una semplice risposta. La parità di trattamento deve sempre essere prerogativa della giustizia, in ogni sede, ordine e grado di giudizio.
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