Facce arrabbiate e sguardi preoccupati. Il mese di digiuno dalle vittorie e i fischi dell’Olimpico dopo l’ennesimo pareggio (quattro nelle ultime cinque partite) segnano ulteriormente una Juve in crisi d’identità. Serviva una reazione vigorosa dopo la sconfitta di Palermo e tutti volevano i tre punti per non dare segnali di debolezza in campionato, ma contro la Fiorentina non si è visto niente di tutto questo.\r\n«Se uniamo le due cose – dice con sincerità capitan Gigi Buffon – il quadro che ne esce è svilente. C’è rammarico e dispiacere per questi risultati che non vanno di pari passo col nostro valore, ma questo momento si può superare facendo gruppo. Se siamo giocatori di valore internazionale e campioni affermati, problemi non dovrebbero essercene ad uscire da questa situazione». Neanche il gol di Amauri dopo otto mesi di astinenza (in campionato non segnava dal 15 febbraio) addolcisce una serata da superare il prima possibile. «Sono contento a metà – spiega il brasiliano che non segnava dallo scorso febbraio contro la Samp – perché noi siamo la Juve e dobbiamo vincere sempre. Io ho lavorato bene per 12 giorni e adesso mi sento l’Amauri che tutti hanno conosciuto».\r\nPer un brasiliano risollevato nel morale, c’è un altro verdeoro che mastica amaro e sembra aver perso la gioia dei primi momenti. Diego si è dannato in campo, ma ancora una volta è stato sostituito («Scelta di Ciro», risponde gelido) e non per problemi fisici. «La mia partita è stata come quella della squadra – commenta il trequartista – e noi in casa dobbiamo vincere. Sarebbe servito trovare subito un gol a inizio ripresa, purtroppo non riusciamo a svoltare. Abbiamo qualità e capacità per imporci sempre: non siamo in crisi, ma sicuramente non stiamo vivendo un buon momento». L’autocritica riecheggia anche nelle parole di Buffon: «Non ci aspettavamo questo stop dopo l’ottimo inizio di campionato – riflette -: non siamo all’apice della forma, spesso corriamo un po’ a vuoto, ma speriamo di aver toccato il fondo e poter risalire».\r\n\r\nLa fiducia bianconera sta nell’Amauri ritrovato («E’ l’unica cosa buona della partita», dice Diego che l’ha abbracciato a lungo dopo il gol e la corsa sotto la curva) e in un Sissoko tornato in campo dopo il lungo infortunio. «Stasera abbiamo giocato il nostro miglior primo tempo – analizza Buffon – ma non è bastato, anche se avrei preferito giocare male e vincere perché ora contano i punti. Ci poteva stare perdere a Palermo, ma pareggiamo partite che si devono vincere». E se Jovetic è rimasto stupito della Juve («Me l’aspettavo più forte»), Buffon capisce i tifosi («I fischi ci stanno») e Ferrara ammette: «I fischi non fanno piacere, ma quando non vinci ci sta tutto». Diego non si nasconde: «Dobbiamo tornare a vincere con un po’ d’urgenza: adesso servono i risultati, non le parole».\r\n(Gianluca Oddenino per LaStampa.it)