Gianluigi Buffon è tornato a parlare di Juve ieri sera nel corso di unì’intervista rilasciata a Tiki Taka. In collegamento da Parigi, il numero uno del PSG ha ammesso che i colori bianconeri gli manchino: “Certo, resta una parte importante della mia vita. Non dico tutta la vita, ma ci ho vissuto comunque 20 anni e credo di aver messo ogni goccia di sudore per la causa. Però – ha proseguito – ci sono dei momenti in cui è giusto guardarsi in faccia, scambiarsi un abbraccio e capire che è il caso di iniziare un altro percorso”. “Parlando in maniera amichevole col presidente Agnelli – ha aggiunto – , dopo un periodo lungo e stressante da giocatore e capitano della Juve, ho pensato fosse arrivato il momento di chiudere. La scelta era tra smettere di giocare o di continuare se fosse arrivata una proposta incredibile da un club di livello altissimo. Se fosse arrivata una proposta da un campionato esotico, non l’avrei considerata. A maggio è venuto il PSG e mi ha convinto a giocare ancora uno o due anni”.
Insomma, come nella vita, anche nello sport si devono fare delle scelte dolorose e a sentire Buffon, se non fosse arrivato a Torino un certo Cristiano Ronaldo, altri top della rosa bianconera avrebbero potuto fare come lui: “Questa è la stessa Juve che ho lasciato con l’aggiunta di Cristiano Ronaldo. Secondo me, dopo tanti anni di successi, c’era bisogno di uno shock simile. Per me era il momento di smettere, ma questo era un pensiero che poteva avere anche qualcun altro nello spogliatoio – la rivelazione – , e l’unico modo per ridestare tutti era il colpo Ronaldo”.
Pierluigi Pardo lo ha anche incalzato sulle becere scritte apparse allo stadio Franchi prima di Fiorentina-Juventus: è evidente che la morte di Astori non sia servita affatto a stemperare i toni tra le tifoserie da sempre rivali. “Non mi va di bacchettare la gente da fuori dall’Italia, si tratta di un discorso delicato. Non voglio pensare che un tifoso della Fiorentina abbia scritto una cosa del genere. Un essere umano che ha più di 15 anni è già condannato dalla vita nel momento in cui pensa a una cosa del genere. Astori? A lui penso almeno 4-5 giorni a settimana – ha ammesso – . Però avevo anche pensato che una situazione del genere avesse contribuito a creare un clima di serenità e più rispetto tra tifoserie”.