Bella intervista di Gianluigi Buffon al TG1. L’ex portiere ha affrontato vari temi tra passato, presente e futuro. Tanta Juve nelle sue dichiarazioni
Oggi è il Capo Delegazione della Nazionale Italiana, ma Gianluigi Buffon verrà sempre ricordato come uno dei portieri più forti al mondo e di sempre. Il nativo di Carrara ha fatto la sua storia alla Juventus, raggiungendo traguardi importanti ma anche brutte delusione. La Vecchia Signora non l’ha mai lasciata, anche quando le cose andavano male, anche quando tutto sembrava perduto. Oggi, ha sempre il cuore bianconero, e continua a sentirsi parte in causa dei fatti che riguardano la Juventus. Nelle sue interviste non fa mai mancare aneddoti del passato che raccontano la sua storia in bianconero. Come nell’ultima intervista rilasciata al TG1. L’ex portierone ha affrontato diverse tematiche: dalla magica rovesciata di Ronaldo in Champions League sino al calcio scommesse oggi attuale, per arrivare e concludere col capitolo Nazionale. Di seguito le sue dichiarazioni.
Buffon ha innanzitutto raccontato il bell’aneddoto sulla rovesciata di Cristiano Ronaldo subita in Juventus-Real Madrid di qualche anno fa: “Dopo il suo gol i tifosi della Juve si sono alzati ad applaudirlo, è stato un gesto di grande sportività. Lui mi ha visto incredulo e si è avvicinato dicendomi “Non male è Gigi?”. Lì mi sono messo a ridere. Nella gara di ritorno l’espulsione non mi ha ferito quanto quel rigore concesso nel recupero di una rimonta che era stata epica. Senza dubbio la più bella gara a cui ho partecipato, poteva entrare nei libri di storia. Ancora adesso non ho capito perché mi ha espulso, ma ormai è passato tanto tempo”.
L’ex portiere si è soffermato sull’attualissimo caso scommesse che sta riguardando il calcio italiano, chiamando in causa la sua personale esperienza: “Ho pagato in prima persona a caro prezzo, ma ci ho sempre messo la faccia. E’ stata una cosa che mi ha fatto crescere. Solo in quel momento capisci gli errori che fai. A 25 anni ho anche affrontato un periodo di depressione per questo. I segnali sono stati quelli di una grande pigrizia mentale. Mi sono impaurito perché mi ero accorto di non essere più il Gigi di sempre. Ho provato a darmi una mano in modo naturale, ovvero parlando con le persone più care”.
Gigi ha poi parlato dei migliori allenatori avuti in carriera: “In trent’anni ho avuto solo i migliori e citarne soltanto uno non sarebbe bello. Con Nevio Scala mi sono consacrato come primo al Parma grazie anche ad Ancelotti. E’ una persona con un’umanità speciale, con lui vai per forza di cose d’accordo. Mi ricordo anche Lippi, Capello e Prandelli, ma anche Conte e tutti gli altri. Poi c’è Trapattoni che è stato il mio primo vero idolo da bambino, quando allenava la Juventus mi innamorai di lui. Ogni volta che si muoveva lo seguivo particolarmente, anche all’Inter o al Bayern Monaco”.
Infine, un focus di Buffon sulle tappe più importanti della sua lunga carriera: “Il Mondiale vinto è stato l’apice di tutto. Non vedevo l’ora finisse dai quarti in poi, il peso delle partite era soffocante. La parata su Zidane in finale è probabilmente la più bella della mia carriera, aveva dato una potenza incredibile a quel colpo di testa. Pallone d’Oro mancato? Le ingiustizie sono altre. Per il ruolo che avevo dovevano incastrarsi tante piccole cose, magari non sono stato bravo a farle accadere. L’avvocato Agnelli? Erano molto singolari le sue telefonate all’alba. A due non ho risposto e lui si chiedeva sempre perché non rispondessi alle 5:30 di mattina. Una sorta di provocazione, e io sono sempre stato al suo gioco”.