Buffon: “Pirlo più decisivo di Ibrahimovic. Col Milan decisiva? Troppo presto”
Alla vigilia di Milan-Juve, a Vinovo regna la tranquillità: il gruppo è compatto e consapevole delle proprie forze. Meglio con o senza Ibrahimovic, poco importa a Gianluigi Buffon come conferma a ‘La Stampa’: “Ve lo dico a fine partita. Nelle ultime, senza Ibra, mi sembra che abbiano vinto. In questi casi, dice sempre bene Guardiola: “Non è che giochiamo in dieci, ce ne sarà un altro: se non come lui, è comunque un giocatore di prima fascia. Boateng? Per ruolo, atletismo, per il fatto che si inserisce bene, è un po’ la scheggia impazzita di quella squadra. Può spostare gli equilibri: se non ci fosse, non mi dispiacerebbe. Pirlo? Di lui penso lo stesso di certi giocatori, tra i quali con un po’ di presunzione metto anche me stesso: non sono gli altri a decidere quando smetteranno di giocare, ma saranno sempre loro. Perché anche in età avanzata, con quelle qualità, basta avere un po’ di stimoli, una normale condizione fisica, che puoi fare la differenza. Magari non per 38 partite, se sei un centrocampista, ma per 15-16, sì. E sono tante. Più decisivo lui o Ibra? Quest’anno, Pirlo. Ibra ha certamente mantenuto la sua incisività, aiutando il Milan a restare sui livelli dell’anno passato. Pirlo ha equilibrato il dislivello che c’era tra noi e loro. Penso sia stato Andrea ad aver voluto cambiare. A desiderare di venire qui, alla Juve, e a cogliere questa nuova sfida. Per una questione di stimoli: il Milan ha potuto solo prenderne atto. Cosa ci ha dato? Serenità e maggiore autostima a chi gli gioca intorno: a volte si sentono più forti di quello che realmente sono, dico davvero. Vidal? Già ad agosto dissi che era uno dei pochi che avrebbe trovato posto nella Juve fortissima di qualche anno fa. È dappertutto, dà sempre pressione all’avversario, è bravo tecnicamente: ha le qualità per potersi ritagliare un ruolo importante in qualsiasi squadra di altissimo livello”.\r\n\r\nDue stagioni fa, di questi tempi, la Juve era a meno 14 dalla vetta, l’anno scorso a meno 11. Oggi siamo a meno 1 e con una partita da recuperare: “Bella soddisfazione, reale, che si vede da come cercano di affrontarti gli avversari. Fai di nuovo un po’ di paura. Anche se è vero che quest’anno è stato un po’ partico-\r\nlare: l’Inter ha stentato, il Napoli ha avuto l’handicap della Champions, situazioni che hanno fatto sì che la corsa scudetto si riducesse tra noi e il Milan. Ma è una grandissima sorpresa, perché all’inizio, nessuno osava pensarlo. Un bene per il campionato, sennò il Milan avrebbe vinto a mani basse”, prosegue Buffon.\r\n\r\nCosa è cambiato rispetto alle ultime due stagioni? “Avevamo buone squadre, ma non una forza mentale ben delineata, basata sul sudore, il lavoro e il sacrificio. Milan-Juve decisiva? No, troppo presto. Se dovessimo vincere non mi sentirei di dirmi tranquillo per lo scudetto. Come pure il Milan, se perdessimo. Potrebbe contare più per la testa, forse. Gli arbitri? Sul prato non hai mai la certezza su nulla e me ne accorgo anch’io: su situazioni accadute a cinque o sei metri da me, mi capita di non avere la lucidità per dire se era o no fallo. Non è un lavoro facile: dico anche che arbitri e guardalinee italiani sono i migliori, e che se lavorassero più di squadra, ridurrebbero il margine d’errore. Conte? Ha dimostrato di essere più intelligente che integralista: e non è che facendo ciò che ha fatto ha sconfessato il suo credo. Il cambio di modulo? Conte ne parlò in una riunione, dicendo che voleva cercare di dare il maggiore equilibrio alla squadra e metterla nelle condizioni di fare il massimo. Se ti metti in campo con un 4-2-4, ti accorgerai che Pirlo farà fatica a giocare come fa ora. E per una squadra è meglio che Pirlo giochi bene”.