Buffon: “Se Morata fosse rimasto alla Juve, sarebbe il numero uno”

Gianluigi Buffon, cpaitano della Juventus, intervistato oggi da Real Madrid TV ha parlato del passato bianconero di Alvaro Morata

Gianluigi Buffon, capitano della Juventus, è stato intervistato oggi da Real Madrid TV durante il programma “Campo de Estrellas”. Dalle parti della capitale spagnola sanno bene di potersi trovare la Juventus in finale di Champions League, ma l’argomento del giorno è l’ex di turno Alvaro Morata. Dopo due anni di Juve, il centravanti iberico è tornato al Real, ma per Zidane non è mai stato un titolare, se non in quale sparuta apparizione. Buffon ne ricorda l’adattamento al calcio italiano: all’inizio era la riserva di Llorente, poi piano piano ne ha preso il posto.

“Alvaro ci ha messo un paio di mesi ad adattarsi – ricorda il numero uno della Juventus – , come è normale. Ha capito perfettamente come giocare nel campionato italiano che è molto diverso da quello spagnolo e la Juve gioca in maniera diversa rispetto al Real Madrid”.

La dirigenza bianconera ha fatto di tutto per tenerlo, ma la recompra a favore del Real ha pesato come un macigno e Florentino Perez lo ha riportato a casa. Peccato che però abbia praticamente perso un anno…

“Mi è dispiaciuto molto che Morata tornasse al Real – continua Buffon – perché perdevamo un grande talento in un’età nella quale poteva consacrarsi e maturare definitivamente. Diventare il miglior giocatore della Juventus. Il destino lo ha premiato, la vita è questa, se lavori bene la vita ti dà delle soddisfazioni”.

Dalla sua parte, Alvaro ha una grande maturità che a giugno lo porterà con ogni probabilità a cambiare aria per giocare con maggiore continuità. Eppure, anche a Torino ha avuto un momento difficile e Buffon gli è stato molto vicino, da capitano e da amico.

“Tutti i ragazzi che non sono ancora maturi vivono ogni situazione all’estremo. O con grande gioia o si deprimono facilmente se non va bene. Alvaro aveva pensieri negativi in quel periodo. Abbiamo parlato perché mi dispiaceva, era un ragazzo che mi piaceva, volevo aiutarlo, dargli sicurezza. Meritava l’aiuto di un compagno, soprattutto se dall’altra parte vedo un ragazzo che si sforza tanto, si impegna e soffre… mi è venuto spontaneo aiutarlo. Se fosse stato un ragazzo disinteressato non mi sarebbe importato. Se ho fatto quello che ho fatto – conclude SuperGigi – è stato per il grande affetto che ho nei suoi confronti. Il gol che ha fatto nella finale di Coppa Italia è il gol migliore che ha segnato con noi. Le cose che gli ho detto erano giuste perché se le meritava”.