Gianluigi Buffon, capitano della Juventus, ha partecipato oggi ad un evento organizzato da Randstad, uno dei partner ufficiali del club bianconero, allo Stadium. Il workshop, intitolato “La gestione efficace del talento e di un team”, ha visto la partecipazione, tra gli altri, del professor Dino Ruta, docente della Bocconi, Beppe Marotta, Daniele Massaro, Pasquale Gravina e Maurizia Cacciatori (volley).\r\n\r\nUna volta preso il microfono in mano, Buffon racconta come si è avvicinato al mondo del calcio quando era bambino. Una storia di passione, che oggi 37 anni, non sembra essere diminuita per nulla:\r\n
Da bambino mi sono appassionato al calcio come tanti, volevo emulare le gesta di qualche campione che giocava nelle squadre al top e poi con gli amici ho imparato a condividere un linguaggio comune.
\r\nGigi Buffon ha parlato anche del talento, del suo carattere quando era ragazzo e ammette di essere molto soddisfatto di tutto ciò che ha fatto fin qui. In buona sostanza, rifarebbe tutto:\r\n
Penso di essere stato un ribelle, ma credo anche che se ora a 37 anni avessi mantenuto quel carattere io sarei un emerito cretino. Magari sarei stato un grande portiere ma un eterno peter pan, un ragazzino. Il periodo buio? Mi hanno aiutato le droghe… ovviamente sto scherzando, è stato un momento di crescita, ero contento per il ruolo che mi ero ritagliato, ma non ero soddisfatto come uomo. Ancora oggi faccio fatica a venire a capo di me stesso. Ora sono molto più sereno – ammette – , raziocinante, equilibrato, ma spesso mi piace fare autocritica, ispezionarmi e capire cosa fare per trarre il meglio da me stesso e trarre benessere da questa vita. Il bello della vita è capire come crescere. Della mia vita non rinnego nulla, ho fatto il mio percorso e ho sempre pagato per i miei sbagli. Sono gli errori in fondo, a farti crescere.
\r\nIl passaggio dal Parma alla Juventus ha scritto la sua storia e quella del club bianconero, nonostante in un paio di occasioni, il divorzio è sembrato dietro l’angolo. Oggi Buffon della Juve è il capitano e rimarrà per sempre una bandiera bianconera:\r\n
Nel momento in cui capisci e conosci il lignaggio e la storia della Juve, sai quali devono essere i tuoi comportamenti. Ci sono dei momenti in cui ti chiedi se andare avanti o meno. A me è capitato due o tre volte in cui poteva andare a finire diversamente, ma credo che il senso di appartenenza sia un valore da ritrovare. In fondo è questo che emoziona il tifoso. In alcune situazioni si devono creare le sinergie giuste perché il rapporto sia duraturo. Io bandiera come Totti e Del Piero? Se c’è una doppia spinta da società e giocatore per proseguire lungo un cammino comune – conclude – , perché no?.
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