buffon_livorno01gA fine gara, la curva gli chiede di saltare e Buffon che ha già fatto di tutto esaudisce anche questo desiderio prima di spiegare come è tornato imbattibile. «Non c’è niente di speciale in questa nuova stagione. Per un periodo molto lungo sono stato torturato da continui dolorini, poi di punto in bianco ho ripreso a stare bene e ritrovato la voglia di giocare che prima non potevo avere perché la testa era altrove. Ero sempre stressato per la mia salute. E le critiche che mi sono piovute addosso non mi sono state d’aiuto». Migliore in campo, ancora una volta, ma lui non si preoccupa. «Se non prendi gol e vinci, è buona cosa e regala fiducia alla truppa: ora abbiamo più autostima, ma dobbiamo ancora crescere. Comunque nessuno può vincere da solo le partite».\r\nProva a sminuirsi, anche se i compagni lo esaltano. «Tre punti firmati Buffon», dice Fabio Grosso. «Se abbiamo centrato il poker in campionato – ribadisce Iaquinta – è grazie a Gigi e alle sue parate: meno male che è con noi». E sentitamente lo ringrazia anche Ferrara, che firma sei vittorie su sei da quando allena in A grazie alle sue prodezze. «Siamo felici e soddisfatti dei tre punti – dice il tecnico -, ma bisogna continuare a lavorare per migliorarsi». Messaggio alla squadra, non al miglior portiere al mondo che comunque sente le maggiori responsabilità anche per quella fascia di capitano ereditata per l’assenza di Del Piero. Anche fuori dal campo, Buffon è un leader. «Mando un caloroso saluto alle famiglie delle vittime di Kabul – è la dedica del portiere – Io come italiano sono orgoglioso del lavoro che fanno quei soldati. A volte sembra che siano lì a fare una scampagnata, invece bisogna rendersi conto che sono sempre in pericolo».\r\nAnche in un momento così positivo, Buffon non riesce ad archiviare le critiche ricevute l’anno scorso: «I gol erano sempre causa mia – si sfoga con un sorriso – anche se facevo belle parate. Ora vinciamo e io sono il più bravo: manca sempre l’equilibrio in questo mondo». Quello, però, l’ha trovato la Juve con Iaquinta che fa il killer di casa, Marchisio che si conferma simbolo dei baby vincenti e Buffon che continua a essere il portiere più forte al mondo. Praticamente routine per una Juve che impiega 30′ per liquidare la pratica Livorno, ma che non soffre troppo solo grazie alle parate fenomenali del suo numero uno. Cinque salvataggi di ogni tipo che confermano uno stato di forma eccezionale, mostrato fin da subito in questa stagione e visto anche negli impegni con la Nazionale. «Ho fatto un bel ripasso generale anche stasera», scherza lui, ormai vero e proprio Mister Wolf della Juve e dell’Italia: se c’è un problema, basta chiamarlo in causa e tutto torna alla normalità.\r\nInsostituibile e un simbolo che non tradisce mai. Anche quando sembra impossibile e il pallone pare già destinato in porta. Se la Juve ha incassato una sola rete in campionato (dalla Roma), e una in Champions, considerata irregolare per fuorigioco, un motivo ci sarà. Semplice e puro: solo una squadra può avere Buffon in porta.\r\n(LaStampa)