Buffon e Thiago Motta: una rabbia sopita per 7 anni

Nel nuovo Buffon ci sono un paio di vecchie cose. La simpatia, per esempio, è la solita. Storia vecchia anche quella con Thiago Motta, brasiliano dell’Inter. Notte catalana, 22 aprile 2003, sfida di Champions, Barcellona-Juventus 1-2. Promemoria: «Nel secondo tempo supplementare diverbio tra Motta e Buffon, entrambi ammoniti». Il portiere ammette: «Sì, qualcosa c’era stato anche sette anni fa». Qualcosa che l’ha fatto arrabbiare. Parecchio. Sette anni dopo. Storia della rissa finale, quella dell’espulsione di FelipeMelo, della testata di Chivu a Sissoko, del faccia a faccia tra Buffon e Thiago Motta. Il portiere spiega: «Mi dispiace, Thiago a me non ha detto niente. Mi è scattata l’ignoranza, sarà la vecchia anima ultrà. Succede, ma la partita in campo è stata sempre molto corretta, ce le siamo date, con lealtà. Contro di lui non ho niente, giocava anche nel Genoa e io il Genoa lo seguo sempre, lui mi piace anche».

L’intervento Buffon lo sa, quella rissa poteva costare l’espulsione anche a lui. Sorride: «Già, ma il giorno dopo la gara col Bayern mi opero al menisco, avrei scontato la squalifica a letto». Rissa archiviata, ma c’è dell’altro. C’è un gesto che racconta di unuomo leale. «Boh, quella palla l’avevo toccata, era giusto ammetterlo. L’arbitro mi ha stretto la mano, Eto’o anche, ma a mesembrava un gesto naturale. Se avessero fatto gol su quell’azione? Avrei tirato giù quello che sta lassù». E’ il solito nuovo Buffon.

(Credits: Gazzetta dello Sport)