Buffon: “Attaccare la Juve è l’alibi di chi non vince”
“Giochero finché mi riterrò un portiere di grandissimo livello”. Gigi Buffon è stato ospite oggi della trasmissione Dribbling, su Rai Due. “L’essere una bandiera è un discorso molto di convenienza e a me la convenienza non è mai piaciuta. Io ho sempre dimostrato con i fatti le scelte che ho fatto nella mia vita, io credo che bandiera o non bandiera bisogna vedere come ci si comporta, perché se uno sta tanti anni in un posto e non dà l’esempio con i comportamenti, magari per altri può essere una bandiera e invece non è così”, ha proseguito il campitano della Juventus.\r\n\r\nDomani i bianconeri sono attesi sul campo difficile del Palermo: gli uomini di Conte sono favoriti ma il campionato fin qui non ha lesinato sorprese. \r\n
È un campionato nel quale ci sarà da battagliare come quello dell’anno scorso, la differenza è che quest’anno partiamo da favoriti perché siamo i campioni uscenti e ci siamo rafforzati, ma questo non significa che sia scontata la nostra vittoria, anzi me ne guardo bene dal pensarlo perché proprio dal momento in cui ti culli, arriva la sorpresa che non sempre è gradita.
\r\nLa stagione, fin qui, è stata caratterizzata da molte polemiche, cosa che a Buffon non va giù:\r\n
Le polemiche a me non sono mai piaciute perché fanno emergere un lato di noi addetti ai lavori molto netto che è quello dell’incoerenza. Indubbiamente è capitato in due situazioni che la Juve tramite un errore umano ha tratto vantaggio in una partita, ma ogni volta che queste cose accadono alla Juve si scatena un pandemonio mediatico esasperato che è ingiusto nei confronti della società e dei giocatori ed è ingiusto anche perché ho l’impressione che la Juve diventi lo scudo e l’alibi per gli eterni incompiuti, per chi non vince mai.
\r\nIntanto, domani torna in panchina Conte…\r\n
A livello tattico e di impronta che riesce a dare alla squadra è qualcosa di forte che difficilmente avevo visto in un allenatore e poi in ogni partita trasmette una rabbia e una ferocia sportiva che difficilmente avevo visto.