Leonardo Bonucci, difensore centrale della Juventus, ha parlato all’indomani della partita di Barcellona: i campioni d’Italia sono in semifinale di Champions e domani conosceranno i prossimi avversari. Quel che è certo, dopo quanto accaduto nel doppio scontro con i blaugrana, è che ora tutti vorranno evitare i bianconeri.
“Fare un’impresa come quella dei 180 minuti contro il Barcellona – dice Bonucci a Sky Sport – , senza mai realmente soffrire contro una tra le due o tre squadre migliori al mondo, fa sì che oggi questa squadra possa ambire al traguardo più importante, che è quello della Champions League”. “Credo che sia un segnale di presenza – continua – , di forza, sia per le squadre che parteciperanno al sorteggio domani, sia per noi stessi. Questo è un momento particolare, sei al limite. Basta sbagliare l’approccio ad una partita e hai compromesso tutto quanto di buono fatto finora”.
Oggi la Juve ha cominciato a preparare la prossima sfida di campionato, in programma contro il Genoa allo Stadium domenica sera, ma l’eco dell’impresa del Camp nou si sente ancora.
“Credo che l’impresa sia stata sui 180 minuti: abbiamo fatto una grande fase offensiva nei primi 45 minuti della prima partita, e quello ha fatto la differenza, poi siamo arrivati a Barcellona consapevoli di poter fare la partita che poi abbiamo fatto, concedendo poco e creando qualche occasione sulle ripartenze. Siamo stati poco lucidi nell’ultimo passaggio – ammette – , nella decisione finale, ma credo che ieri sera sia stata fatta, da parte della Juventus, una grandissima partita”.
Ora, è inutile girarci attorno, i tifosi sognano il ‘triplete’.
“Ci sono chances importanti per poter arrivare a Cardiff ed alzare questa coppa – sottolinea ancora Bonucci – , però ora è tutto un gioco mentale, bisogna rimanere coi piedi per terra senza farci trascinare dall’esaltazione ma rimanere compatti e, come ci siamo detti ieri sera nello spogliatoio, restare con la testa ‘nel carroarmato’ e andare avanti”. Quanto al video della profezia, il difensore rivela: “Ho già fatto una nuova profezia per le semifinali, ma per ora la tengo segreta, come avevo fatto per il Barcellona…”.
Qualunque sarà l’avversario della Vecchia Signora in semifinale, sarà difficilissimo:
“Cristiano Ronaldo non lo scopriamo adesso, da anni si gioca il Pallone d’oro con Messi e dimostra di essere uno dei due migliori giocatori al mondo. Mbappe’ è la grande sorpresa, fa tanti gol importanti in un Monaco che gioca bene e che non ha paura di giocarsi la partita. Nei prossimi anni diventerà sicuramente uno dei migliori attaccanti al mondo. Griezmann è un altro talento, cresciuto molto negli ultimi anni con Simeone, con grande consapevolezza nei propri mezzi: ad oggi è uno di quei pochi giocatori che in una squadra europea fa davvero la differenza”.
E la Juve? Continuerà a giocarsela puntando sulla solidità della fase difensiva, che non è solo merito della difesa in sé e per sé…
“Parlerei più di ‘fase difensiva’ che di difesa – precisa Bonny – , perché il lavoro che fanno i due attaccanti e che fanno i due esterni permette a noi difensori di essere molto facilitati nel leggere le situazioni, nell’essere coperti quando magari andiamo in pressione e nel leggere le giocate sporche che arrivano dai centrocampisti e dai difensori avversari. Ad oggi è aumentata la consapevolezza in noi stessi sappiamo che per fare grandi risultati serve una grande fase difensiva alternata ad una fase offensiva con grande cinismo e lucidità da parte degli attaccanti. Soprattutto nei calci piazzati, quest’anno abbiamo fatto la differenza: credo che questo sia uno dei segreti che ha questa Juventus per ambire al Triplete”.
Dal Camp Nou, Bonucci torna a casa con una semifinale di Champions e una maglia di Messi per il figlio:
“Ci tenevo a portare la maglietta di Messi nella mia collezione privata: è un cimelio che sicuramente fara’ piacere a mio figlio Lorenzo, che è un amante del calcio. Mi ha fatto sorridere stamattina, quando ho visto il video con Chiellini, vedere che il tutto è stato interpretato come una ‘ripresa’ da parte sua, ma non è stato assolutamente così. Se vediamo la partita, più di una volta ci siamo toccati, abbracciati, incitati, ‘schiaffeggiati’ per tenere alta la pressione, in una partita in cui serviva mantenerla tale per 95 minuti. In quel caso mi ha semplicemente dato un “cazzotto” per caricarmi, perché avevamo preso una punizione a favore al 90′ ed entrambi viviamo di adrenalina”, conclude.