L’ex campione di Juventus e Roma, Zibì Boniek, ha concesso un’intervista esclusiva al quotidiano “Il Messaggero”. Eccone uno stralcio:\r\n\r\nStupito più dalla buona partenza dei bianconeri o da quella falsa dei giallorossi?\r\n«Dall’inizio della Roma. In quel periodo aveva grossi problemi. Fuori e di conseguenza in campo. Ma non era una questione di forma o di rosa. L’ambiente, a Trigoria, rifletteva stanchezza nei confronti della vecchia gestione tecnica. In sintesi: era mancato il coraggio in estate. Da parte della società o di Spalletti, scegliete voi. Il rinvio ha fatto male a tutti. La Juve aveva invece iniziato correttamente, secondo le aspettative. Poi, i problemi attuali».\r\n\r\nAdesso, però, le gerarchie si sono capovolte. Non è che Ferrara sia arrivato su quella panchina troppo presto e Spalletti sia andato via troppo tardi?\r\n«Su Luciano sono d’accordo. Ha fatto grandi cose, ma doveva lasciare prima. Su Ciro il discorso è più complicato. La sua carriera somiglia tanto a quella di Roberto Mancini: subito una grande squadra e addirittura in una società potentissima». \r\n\r\nChe cosa vuol dire?\r\n«Ferrara non aveva il curriculum di allenatore da serie A. Quindi se lo prendi, lo devi difendere. Ricordatevi Ancelotti con il Parma. Quando ebbe le prime difficoltà, fu protetto. ecco perché ora guida, dopo il Milan, il Chelsea».\r\n\r\n\r\nBlanc si lamenta del trattamento ricevuto in Italia, dice di essere antipatico perché gli eredi Agnelli hanno affidato la Juve a un francese. E’ d’accordo?\r\n«No. A parte che tutta quest’antipatia non la vedo, ma francesi e italiani sono in guerra da sempre su chi è nato prima… La verità è un’altra: lui si è preso troppe responsabilità. E in Italia, quando le cose non vanno, si cerca il colpevole. Blanc ha in mano tutto, dovrebbe solo dividere le responsabilità con altri. In questo senso l’arrivo di Bettega gli può far comodo: Roberto è preparato e ha ossa bianconere».\r\n\r\nE comunque gli Agnelli già affidarono in passato la Juve a un francese: fa finta di non ricordare?\r\n«Platini, certo. Fu criticato anche lui. Aveva la pubalgia, ma andò per sei mesi in campo senza lamentarsi. Dal primo giorno si capiva che campione era. Tra giocatore e dirigente, però, c’è una bella differenza. E come sempre contano i risultati».\r\n\r\nCon Ferrara in difficoltà, ecco che riemerge Ranieri, cacciato la scorsa primavera, proprio sul traguardo, dalla Juve?\r\n«Un grave errore della società bianconera. Lui era vittima di un attacco spropositato di un giornale. Era condannato in partenza. Una scelta prematura, aveva fatto bene, battendo anche il Real. Grazie all’esonero di Torino, lui sta vivendo una situazione piacevole alla Roma. E se la merita tutta».\r\n\r\nE intanto, mentre la Roma va a Cagliari con Toni in più, Ferrara a Parma si gioca il posto?\r\n«La Juve ha voglia di cambiare allenatore. Ma io sto con Ciro che sicuramente centrerà la zona Champions anche se questo sarà un anno difficilissimo per lui. Un grande club non può far saltare un tecnico dopo i primi risultati negativi. Uno straniero non risolverebbe niente in questo momento. Io, insomma, terrei Ferrara».\r\n\r\n(di U. Trani per il Messaggero)