Giocatori in fila indiana, facce tristi, umore sotto i tacchetti. Nessun sorriso. L’allenamento di ieri della Juve è cominciato così per la sedicesima volta in questa stagione, tante sono le sconfitte da agosto ad oggi e le conseguenti sfuriate dei dirigenti nel chiuso dello spogliatoio. Ma questa volta i giocatori hanno un motivo in più per preoccuparsi, perché in caso di nuovo fallimento contro il Cagliari saranno loro a pagare. Di tasca propria. Dopo averle provate tutte per ridare motivazioni a un gruppo allo sbando, la società ha deciso di usare le maniere forti, congelando gli stipendi fino a quando i risultati non saranno di nuovo all’altezza. «Il nostro dovere è pagare, il vostro giocare – è il senso del discorso, mai così duro in quattro anni a Torino, che ha fatto il presidente Jean-Claude Blanc alla squadra, insieme con il vice dg Roberto Bettega – quindi prima tocca a voi e poi a noi». La clamorosa decisione è questa: almeno fino a domenica i compensi sono sospesi, cioè «fino a quando non farete risultato e non darete dimostrazione di impegno e professionalità».\r\nIl pugno di ferro di Blanc, spiegato alla squadra e all’allenatore con venti minuti di parole di fuoco alle quali non c’è stata nessuna replica, è l’ultima carta che la Juve si gioca sul tavolo della corsa ad un posto in Champions League. L’obiettivo, fallito con il cambio di allenatore e di staff, è svegliare un gruppo che per ora è stato protagonista della più brutta stagione degli ultimi vent’anni di Juve, con la possibilità che diventi addirittura la peggiore di sempre. Così, dopo la carota (si era parlato anche di premi per il 4° posto), Blanc ha deciso di usare il bastone. Furioso già dopo il crollo di Napoli del 25 marzo e il conseguente sfogo della proprietà («Sono deluso, amareggiato e arrabbiato», spiegò John Elkann), già prima dell’Atalanta il manager di Chambéry era stato tentato dall’idea di mettere mano agli stipendi per scuotere la squadra. I tre schiaffoni di Udine l’hanno convinto a passare ai fatti, ad assumersi la piena responsabilità dell’ultima mossa per raddrizzare il destino e mettere i giocatori spalle al muro. Le pareti dello spogliatoio ancora tremano.\r\nDel resto, i venti milioni garantiti dall’accesso all’Europa che conta sono ancora a tre passi, cioè i punti da recuperare a Samp e Palermo, nonostante la surreale stagione (infortuni, sfoghi, contestazioni) vissuta fin qui. Blanc pretende una reazione nelle ultime sei partite e l’ha detto chiaro e tondo alla squadra: niente punti, niente assegno. Così, a volte, si fa nel calcio. La Lega permette alle società che lo vogliano di pagare gli stipendi a gruppi di tre mesi, fino al termine del terzo successivo a quello in oggetto, senza rischiare vertenze o punti di penalizzazione: per intendersi, i giocatori della Juve rischiano di ritirare le buste paga di aprile, maggio e giugno solo il 30 settembre. A meno che non tornino a vincere. E in zona Champions, anche sul campo, perché in banca già ci sono: con 115 milioni lordi all’anno quello bianconero è il terzo monte ingaggi più alto della A dopo Milan (125,5) e Inter (150). Napoli (37), Palermo (30) e Samp (24), almeno lì, sono staccate.\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it