Federico Bernardeschi può e deve fare di più. Lo sa anche lui, che in nazionale ha pagato a livello di condizione fisica lo scarso impiego con la Juventus (solo 7 minuti al Tardini). “Sì, è un problema, ma fa parte del gioco anche questo – le parole del numero 33 bianconero dal ritiro della nazionale – . Però io lavoro sempre per farmi trovare pronto. Sappiamo che la Juventus ormai è diventata uno dei tre top club al mondo e quindi la concorrenza è tantissima. Ci sono campioni, ci sono giocatori forti quanto me quindi il mister a seconda da chi vede meglio durante la settimana schiera in campo. Questo ci sta è normale nelle grandi squadre succede sempre così e ci sono tanti giocatori forti che restano in panchina”.
Da quando Douglas costa è tornato in forma,Maurizio Srri lo ha preferito stabilmente a Bernardeschi, che però è sicuro di potersi ritagliare il proprio spazio. Come ogni anno. “Siamo a settembre e ci sono 60 partite da giocare e la stagione è lunga. Io avrò le mie opportunità – le parole riportate da Tuttosport – e sarò pronto quando mi chiameranno, come ho sempre fatto, come ho sempre dimostrato e sono sereno su questo devo dire la verità. E ovviamente poi ogni giocatore ha l’ambizione di giocare tutte e 60 le partite e io sono uno tra quelli. È normale si voglia giocare e che ognuno voglia giocare. Però è normale c’è tanta concorrenza e poi è il campo che dirà la sua”.
Maurizio Sarri lo ha spronato in estate, confermando che Bernardeschi sia uno dei giocatori che gli piacciono di più, anche se manca di continuità e “specializzazione” in un ruolo. Il rapporto tra il fantasista ex Fiorentina e il nuovo tecnico della Juve è ottimo in ogni caso e le esclusioni che gli ha riservato fin qui possono derivare da diversi fattori. “Ho un grandissimo rapporto con il mister […]. Cioè quando un allenatore fa delle scelte sono anche indipendenti dalla valutazione del singolo giocatore e riguarda più determinati aspetti. Riguarda più una settimana, l’avversario, ci sono mille fattori perché un giocatore può andare in panchina. Questo non dipende da singolo giocatore a meno che ovviamente poi il singolo giocatore non faccia di tutto per stare in panchina. Però se si impegna, dà il massimo, ha le qualità e gli vengono riconosciute le qualità, poi ci sono altre mille scelte”, insiste il calciatore carrarese.
Infine, un battuta su Mandzukic ed Emre Can, rimasti fuori dalla lista Uefa: soprattutto il tedesco non l’ha presa bene, anche se dopo lo sfogo iniziale ha fatto retromarcia sui social network. “Su questo il mister era stato molto chiaro – ammette Bernardeschi- e lo aveva detto anche in conferenza che era il primo a dispiacersi, perché ovviamente sono rimasti fuori dei giocatori che hanno vinto un sacco e giocatori che a livello internazionale giocherebbero in tutte le altre squadre al mondo, quindi a me dispiace tanto per loro. E devo dire che dovremo essere bravi noi come squadra a non farli sentire esclusi dal contesto perché è questo l’importante. Quando si deve raggiungere un obiettivo comune – conclude – bisogna andare tutti nella stessa direzione e questo dobbiamo farlo noi. Noi compagni dobbiamo fare questo”.