Distrutti e umiliati. Fuori subito, senza se e senza ma. Sul campo, non capitava dalla stagione 2000-2001, allenatore Carlo Ancelotti. Finì addirittura quarta e ultima, quella Juventus, eliminata da tutto. Salta, così, l’obiettivo più remunerativo, il traguardo minimo: gli ottavi di Champions. Troppo pollo, Ferrara; e troppo pavida, stordita, spaccata, la sua Juve. Il Bayern di Olic ha stradominato e strameritato. Non ci voleva un genio per capire che ripetere la partita di sabato, con l’Inter, non sarebbe bastato, ammesso che ci fosse stata la benzina per farlo. Gli infortuni di Chiellini e Sissoko, anche se l’infermeria presenta un bilancio già devastante, non possono giustificare le cantonate dei giocatori, gli equivoci dell’allenatore. Si giocava in casa, il risultato l’aveva sbloccato Trezeguet e sarebbe stato sufficiente non perdere: ripeto, zero alibi.\r\nCamoranesi, Diego, Del Piero, Trezeguet tutti insieme: non è la prima volta che Ciro ci casca. Diego non ha inciso, Felipe Melo ha perso il solito carico di palloni: e sto parlando dei 50 milioni investiti sul mercato, sostituiti entrambi, come Del Piero, e fischiatissimi. Il migliore, Buffon, aveva un menisco rotto. Van Gaal, per la cronaca, era privo di Ribéry e ha rischiato Robben solo nel finale. Che lezione!\r\nNon è un’onta scivolare in Europa League. Chiedetelo al Liverpool. L’aspetto che più mortifica resta il modo, lo scempio: una sola squadra in campo, e non era la Juve. Terza sconfitta in quattro partite: la proprietà ci faccia un pensierino. All’atto del sorteggio mi ero sbilanciato: Bayern e Juventus. La modernità del Bordeaux di Blanc ha rovesciato i confini del pronostico. Nello stesso tempo, quando si battono soltanto gli israeliani del Maccabi Haifa, il destino cinico e baro non c’entra un tubo. Con il mai amato Ranieri, la Juve superò la fase a gironi e le suonò due volte al Real. Il perfido Mourinho, illudendola, non poteva farle più danni.\r\n(Credits: La Stampa)