Barzagli: “Con o senza Ibra per noi non cambia niente”
E’ di sicuro uno dei protagonisti della stagione bianconera: Andrea Barzagli, giunto a Torino per circa 400mila euro è diventato uno dei pilastri assoluti della formazione di Conte, una delle squadre più italiane della serie A: “Può essere una delle ragioni: il nostro calcio ha un ambiente, una cultura e una mentalità che è meglio conoscere bene. Una base italiana è importante ma non necessaria, visto che c’è chi ha vinto anche con undici stranieri. Non c’è niente di sbagliato ad andare all’estero se i posti migliori sono occupati da stranieri affermati. Però è vero che è difficile interessare le grandi squadre: il caso di Di Natale è emblematico. Quando ero a Palermo speravo mi cercasse una grande ma non c’erano offerte, per questo ho accettato di andare a Wolfsburg. All’epoca si guardava poco ai giocatori che c’erano in casa”, dichiara in una lunga intervista rilasciata a ‘La Repubblica’.\r\n\r\nQuando era al Wolfsburg, il difensore ex Palermo ha rivelato di aver accumulato molto stress, esattamente come negli ultimi dieci giorni: “Ho fatto il pieno, ma è da quando sono arrivato che sento il peso di questa maglia. La pressione è la conseguenza della visibilità e delle aspettative. Noi vittime degli arbitri? Non ho mai visto niente che mi abbia fatto pensare male. Certo, è strano che ci abbiano dato un solo rigore anche se attacchiamo tanto”.\r\n\r\nDal settimo al secondo posto, qual è il segreto di questa Juve che ha la migliore difesa? “Non è un luogo comune: il reparto lo fa la squadra. Se il portiere para tutto, gli attaccanti pressano e il centrocampo copre sei già a buon punto. Quest’anno siamo tutti molto più aggressivi, e poi non siamo scarsi se siamo tutti nel giro della Nazionale. Di un difensore all’estero non se ne parla. Ho perso visibilità, e con quella la Nazionale. Sapevo che, tornando, avrei dovuto rimettermi in gioco, partire da zero, ricominciare da riserva”. \r\n\r\nOra alla Juve pare sia tornata la fame di vincere, da cosa si evince? “Dalle facce affamate che vedo, anche di chi ha un palmares lungo così. L’anno scorso non c’è mai stata questa cattiveria. Se diciamo che il Milan è favorito è perché guardiamo i suoi giocatori, il loro curriculum. Questo non è sminuire, ma essere obiettivi. Chi non direbbe che il Milan è più forte? Ibra in campo? Che ci sia o no cambia per il Milan, non per noi. Con Ibra sono più prevedibili, anche se è imprevedibile lui. Senza Ibra c’è più movimento, mancano punti di riferimento. Vediamo”.