Avv. Grassani: “Richieste spropositate, assoluzione Agnelli possibile”

Alcune considerazioni dell’avvocato Mattia Grassani, esperto in diritto sportivo, sulle richieste di Pecoraro nei confronti del presidente della Juve

Mattia Grassani, avvocato esperto in diritto sportivo, ha parlato a ‘Tuttosport’ delle richieste del Procuratore Federale Giuseppe Pecoraro nei confronti di Andrea Agnelli. Per il presidente della Juventus, nell’ambito del processo sportivo per il caso biglietti, Pecoraro chiede 2 anni e mezzo di squalifica, oltre ad una multa salata, due turni di chiusura per l’Allianz Stadium e un turno senza Curva Sud.

Codice di giustizia alla mano, sottolinea subito Grassani, si tratta di richieste che non hanno ragione di esistere: “La richiesta sanzionatoria appare sorprendente – esordisce il legale – , senz’altro molto pesante e di straordinaria severità. Andrea Agnelli è stato deferito per violazione dell’art. 1bis e 12 del Codice di Giustizia Sportiva, norma che punisce relazioni tra club e sostenitori. Dette previsioni non dispongono pene minime per i tesserati, se non quella dell’inibizione (non quantificata dal Codice nel minimo edittale) e dell’ammenda di 20mila euro. Tuttavia, poiché la richiesta formulata a carico del club supera enormemente la pena base prevista per le società (ammenda da 10.000 a 50.000), appare evidente che, rispondendo la società dell’operato dei tesserati deferiti, anche il comportamento di Andrea Agnelli sia stato considerato dalla Procura Federale di eccezionale e unica gravità e rilevanza disciplinare”.

Insomma, generalmente queste vicende di chiudono con una multa da poche migliaia di euro e qualche mese di inibizione: perché queste richieste così pesanti, anche alla luce del fatto che la Juventus e Allegri nel processo penale sono addirittura parti lese?

“Però, non sembra, francamente, alla luce di quanto appreso dagli organi di informazione in merito alla vicenda, che il presidente, anche ove effettivamente abbia partecipato ad alcuni incontri con rappresentanti del tifo organizzato, sia stato coinvolto nella irregolare gestione dei biglietti, specie in maniera diretta – continua Grassani – , consapevole e con un ruolo di centralità tale da giustificare richieste sanzionatorie così pesanti e senza precedenti”.

È per questo motivo che l’esperto in diritto sportivo non esclude addirittura la caduta del castello accusatorio con un’assoluzione.

“Mi aspetto una sentenza che potrebbe anche smantellare le impostazioni accusatorie. In ogni caso, qualora venisse accertata una qualsivoglia responsabilità disciplinare del Presidente, mi spingo a dire che la pronuncia dovrebbe ridimensionare in maniera significativa il ruolo del massimo rappresentante bianconero e le relative conseguenze. La figura di Agnelli, a tutto voler concedere, sembra essere stata trascinata nel processo più per il ruolo ricoperto (legale rappresentante e dirigente apicale) che per comportamenti effettivamente posti in essere dallo stesso”, conclude.

Insomma, se on sarà assoluzione, secondo l’avvocato Grassani, sarà una sentenza di condanna molto blanda, nell’ordine di qualche mese al massimo di inibizione per Agnelli. A quel punto, però, la Figc dovrebbe farsi qualche domanda sulla Procura Federale.