Attenta Juve: senza Champions Buffon non ci sta

Quando ha steso Riise, che sarebbe diventato il match winner e l’uomo che ha mandato k.o. Rocky-Ferrara,  Gigi Buffon l’altra sera non ha neanche aspettato il rosso di Tagliavento. Conosce le regole. Si è sfilato i guanti  e si è diretto mestamente verso gli spogliatoi, a capo chino. Senonché fuori dalla portata di obiettivi e microfoni, ma non di tante orecchie, si è lasciato andare a una serie di imprecazioni ad alta, altissima voce. E  tra una e l’altra ha aggiunto un commento che spiega la ragione della sua rabbia: «Sempre in contropiede… Basta! Non se ne può più». Era furente e a molti ha ricordato lo sfogo di Juve-Lecce 2-2 il 3 maggio scorso, quando nell’intervallo lasciò lo spogliatoio in ebollizione e andò a sbollire in campo sillabando alle telecamere «basta, non ce la fa faccio più!».

Nel caos che ha travolto la Juventus quello di Buffon è un problema in più. Con la sconfitta dell’altra sera la squadra è scivolata al sesto posto, a 4 punti dalla zona Champions (via preliminari) e a 5 dalla qualificazione diretta. Sull’attaccamento di Gigi ai colori non ci sono dubbi, solo certezze comprovate dal suo  comportamento da quattro anni a questa parte. Nel 2006 il portiere più forte del mondo — al quale tutte le big d’Europa erano disposte a fare ponti d’oro — da campione del mondo scelse di scendere in serie B con il sorriso sulle labbra, rinunciando così per due stagioni al palcoscenico più importante. Perché credeva\r\nin un progetto che lo avrebbe riportato a calcare quella scena e anche per questo è diventato il beniamino dei tifosi.

Ma ora che la Juve rischia di restare ancora fuori dall’Europa che conta, a 32 anni (li compie giovedì) Buffon potrebbe chiedere di essere ceduto per andare a giocarsi la Champions League altrove, con qualche speranza di vincere il trofeo che ancora gli manca. La Juventus, questa Juventus, non gliene sta dando. Le pretendenti non mancano, da ultimo il Bayern di Monaco, ed è facile immaginare che si aprirebbe un’asta continentale. Dopo lo sfogo della scorsa stagione, quando lo voleva il Manchester City, chiese garanzie di competitività ai dirigenti e si fidò. Ma stavolta?

(Credits: Gazzetta dello Sport)