Editoriali

Atalanta – Juventus: sfida da piani alti al Gewiss Stadium

L’analisi tattica della partita tra Atalanta e Juventus valida per la 13a giornata di Serie A

Se solo due o tre stagioni fa si fosse parlato di Atalanta-Juventus come di un big match, persino i polli si sarebbero sbellicati dalle risate. Invece no, almeno non oggi. Già, perché la Dea, precisamente dall’arrivo di Gian Piero Gasperini, quasi come in una sorta di crescendo rossiniano, si sta affermando sempre più come una squadra molto ambiziosa e capace di conquistare obiettivi assai prestigiosi, in particolar modo per una piazza come quella bergamasca. Basti pensare soprattutto alla scorsa stagione, in cui i nerazzurri atalantini hanno totalizzato 69 punti aggiudicandosi il terzo posto in classifica e l’accesso in Champions.

Al momento il club di Percassi si trova quinto (con 22 punti) ad appena due lunghezze dalla quarta posizione, attualmente occupata dalla squadra-rivelazione di questa annata, ossia il Cagliari di Rolando Maran. Prima della pausa per le Nazionali l’Atalanta ha pareggiato 0-0 a Genova con la Sampdoria, mentre la Juve ha battuto il Milan 1-0 all’Allianz Stadium. Prova a dir poco deludente quella dei bianconeri, contro un buonissimo Milan giunto a Torino per giocarsi la gara a testa alta e a viso aperto. Vecchia Signora sempre al piccolo trotto, priva di guizzi significativi e perennemente a ritmi parecchio bassi, oltre ad aver rischiato di subire gol in più di una circostanza, ma fare bottino pieno era assolutamente indispensabile.

La Dea, orfana degli indisponibili Iličič  e Malinovs’kyj, potrebbe scendere sul manto erboso del Gewiss Stadium, sabato 23 alle 15:00, di fronte ai campioni d’Italia, schierandosi con un 3-4-2-1 formato da: Gollini; Tolói, Palomino, Djimsiti (Masiello); Castagne, de Roon, Freuler, Gosens (Hateboer); Pašalić, Gómez; Muriel (Zapata). Il tecnico Sarri, alle prese con le assenze di Perin, Alex Sandro, Chiellini, Rabiot, Pjaca e Ronaldo, dovrebbe disegnare un 4-3-1-2 composto da: Szczęsny; Cuadrado (Danilo), Bonucci, de Ligt, De Sciglio; Khedira, Pjanić (Bentancur), Matuidi; Bernardeschi (Ramsey); Higuaín, Dybala.

Atalanta – Juventus: la partitura tattica

L’Atalanta marchiata Gasperini è il solito undici tutto corsa, aggressività, elevatissima intensità agonistica e qualità. In fase di possesso la Dea predilige generalmente una costruzione dal basso. Utilizza sovente le corsie esterne ricorrendo a cross, frequenti sovrapposizioni per creare situazioni di superiorità numerica e ai cambi di gioco, ma è anche abile a sfruttare gli inserimenti senza palla dei centrocampisti, sempre lesti ad arrivare a rimorchio al limite dell’area. Le triangolazioni strette e rapide, specie negli ultimi 20-25 metri, rientrano anch’esse nelle caratteristiche tattiche ben definite dell’Atalanta, spesso fondamentali per far gol. In fase di non possesso gli orobici esercitano un pressing indiavolato a tutto campo, già sul primo portatore di palla avversario, chiudono gli appoggi e cercano di fare densità in zona palla. Nelle transizioni negative il diktat è la riaggressione immediata per poi sviluppare la transizione positiva tramite la ricerca dell’attacco diretto e della profondità, non soltanto centralmente ma anche sulle fasce.

La Juventus, nel caso in cui non riuscisse a superare la prima linea di pressione bergamasca uscendo palla a terra di prima o al massimo a due tocchi, non dovrà aver timore di lanciare lungo sulla prima punta a caccia della spizzata di testa per favorire l’attacco della seconda palla da parte delle mezze ali, che in tal caso dovrebbero ovviamente accorciare subito. Inoltre, puntando sull’ampiezza, Madama dovrà provare ad attaccare i nerazzurri sugli esterni, fetta di campo nella quale spessissimo si trovano in seria difficoltà. In fase di non possesso, invece, gli uomini di Sarri avranno l’obbligo di tamponare al meglio le corsie laterali, se necessario pure attraverso ripiegamenti e raddoppi, e di chiudere più linee di passaggio possibili per impedire all’Atalanta di colpire mediante le classiche imbucate alle spalle.

Doveroso, per giunta, sarà non concedere giocate a palla scoperta principalmente agli interpreti di maggior qualità tecnica della compagine orobica. I numeri dicono che la Juve non espugna il fortino bergamasco (in campionato) dal 6 marzo 2016, quando si impose 2-0 con i gol di Barzagli e Lemina. Dunque, la speranza è che la partita di sabato 23 sia la volta buona per riuscirci, anche per non rischiare di trasformare la Dea nella vera e propria bestia nera della Vecchia Signora.

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Pubblicato da
Stefano Dentice