L’Asl di Torino spiega al Corriere della Sera come funziona il protocollo concordato tra FIGC e CTS e approvato da tutti i club di Serie A. L’intromissione da parte dell’Asl di Napoli, lascia intendere il dottor Roberto Testi, responsabile del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Torino, non sarebbe mai avvenuta nel capoluogo piemontese: “Juventus e Torino applicano il protocollo Covid di Figc e ministero della Salute in modo ineccepibile. Non abbiamo mai pensato di intervenire come fatto dalla Asl di Napoli”, spiega.
Il giudice sportivo ha dichiarato sub iudice il risultato di Juve-Napoli, ma il club partenopeo sarebbe potuto venire a Torino senza problemi, spiega Testi. “Quando c’è un calciatore positivo – prosegue -, il medico sociale del team ci mette immediatamente al corrente. La squadra, come se fosse una azienda qualsiasi, si occupa dell’atleta, il suo lavoratore, mentre noi seguiamo tutti i contatti extra calcistici: mogli, figli, governanti, baby-sitter. Sui calciatori, noi eseguiamo solamente il doppio tampone finale, per accertare la guarigione”. Se il doppio tampone è negativo, come prevede il protocollo, i calciatori possono muoversi per allenarsi e giocare.
L’intervento dell’Asl di Napoli, su richiesta del club di De Laurentiis, si spiega solo in un modo: “Posso immaginare che l’Asl abbia preso quella decisione perché immaginava che la società Napoli non avesse applicato al meglio i protocolli sanitari nazionali – suppone Testi – Certo, se ci trovassimo con venti calciatori positivi, qualche dubbio verrebbe anche a noi. La Asl è un soggetto controllore e, in quella circostanza, ci chiederemmo che cosa non ha funzionato e se l’isolamento è stato rispettato. Ma finora non c’è stato alcun bisogno di prendere provvedimenti”.