La decisione di alcune Asl di bloccare in bolla i calciatori, avrà inevitabilmente ripercussioni sul campionato. Nonostante l’esistenza di protocolli pensati per evitare situazioni di imbarazzo, il calcio italiano non ci sta facendo una bella figura a livello internazionale. Non è la prima volta che ci sono positivi nei club di Serie A e durante le precedenti soste i nazionali hanno potuto regolarmente rispondere alle convocazioni. Stavolta, invece, varie Asl hanno bloccato i tesserati di Genoa, Inter, Roma, Lazio, Fiorentina e Sassuolo.
Concentrandoci sulla lotta scudetto, la decisione avvantaggia la Roma, i cui nazionali sono stati fermati dall’Asl Roma 2 in seguito alle positività di Dzeko, Fazio, Santon, Pellegrini e Kumbulla. Una mezza beffa per Juventus e Atalanta e le altre che hanno prestato i loro giocatori alle rispettive selezioni. I bianconeri hanno 15 giocatori in giro per il mondo e sono l’esempio lampante di ingiustizia, perché durante la precedente sosta, nonostante fossero in bolla per la positività di due componenti dello staff squadra, i nazionali sono partiti ugualmente verso i Paesi di appartenenza.
Si ripete la storia già vista tra l’altro allorquando il Napoli non si è presentato a Torino per Juventus-Napoli: gli azzurri hanno allora potuto allenarsi per due settimane col gruppo al completo senza mandare i propri calciatori in nazionale. Premesso che la Juventus non accampa scusanti in merito alle assenze, sabato 21 novembre contro il Cagliari sarà costretta a mandare in campo calciatori rientrati in Italia il 20 senza aver potuto provare nulla per la gara, mentre altre avranno la squadra al completo o quasi che si allenata assieme per due settimane.