Maurizio Arrivabene è stato oggi al forum organizzato dal Corriere dello Sport e intitolato “Il Calcio che l’Italia si merita”. L’amministratore delegato della Juventus, ha toccato diversi argomenti, tra cui quello a lui molto caro della “sostenibilità”: “In un mondo che parla di economia e finanza – esordisce – la parola sostenibilità deve essere una colonna. Per quanto riguarda la competitività del calcio italiano rispetto ad altri campionati, credo che mantenere il decreto crescita sia già importante. Ovviamente non basta, è un piccolo passo. Bisogna fare un passo indietro e chiederci cosa sia il calcio di oggi rispetto alla nuova generazione che sta crescendo. Certi indicatori a livello globale fanno capire che c’è un calo di attenzione rispetto ai giovani”.
A chi critica la Juve per l’operazione Cristiano Ronaldo, effettivamente molto onerosa, Arrivabene replica così: “L’operazione i risultati li ha portati, ha portato anche una visibilità nel calcio italiano che è stata diversa. Non mi soffermerei solo su di lui – insiste – ma su un discorso più ampio”. Il futuro passa inevitabilmente dai giovani, ma al momento i bianconeri sono l’unica squadra, ad esempio, ad avere l’Under 23: “Parlavamo delle giovanili, ma la federazione una riforma l’ha fatta. Se oggi giochiamo con un Under 23 è per la riforma voluta dalla federazione. Dobbiamo guardare gli altri. Avere dei riferimenti, per capire con umiltà – prosegue – Se ci chiedessimo chi ha inventato la ruota probabilmente nessuno lo sa, ma è una cosa che ha aiutato la società a evolversi. Dobbiamo imparare non solo da quello che succede in Italia, ma anche da quello che succede all’estero. Ovvio che ci si scontra con la competitività del campionato. Una squadra fa investimenti perché deve vincere e si crea un circolo vizioso. L’intrattenimento che dobbiamo offrire può dare le basi per vendere il prodotto calcio Italia, dando una solidità che forse ci rende meno schiavi del raggiungimento obbligato del risultato. Secondo me, per raggiungere lo scopo è di fondamentale importanza tra chi è il regolatore dello sport e chi ne è l’aspetto commerciale: trovare il giusto compromesso, evitare degli scontri è l’inizio di una soluzione che può andare bene per tutti. La Serie A sostiene il calcio italiano con il business che crea. Credo che un trovarsi e ragionare insieme serva assolutamente al calcio”.
Per il primo anno dopo 10 anni, la Juventus non è riuscita a fare fede al suo credo: “Il nostro motto è vincere è l’unica cosa che conta? Certo, ma entrare in Champions League conta altrettanto – replica l’ad bianconero – Se arriviamo a undici l’anno prossimo considerando che abbiamo liberato Dybala, Bernardeschi e forse Morata? L’anno prossimo faremo qualcosa che ci permetterà di fare meglio di quest’anno”, conclude Arrivabene.