Maurizio Arrivabene, amministratore delegato della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport. L’alto dirigente bianconero ha subito chiarito la situazione attorno a Matthijs de Ligt, lasciando intendere che l’olandese voglia ormai andare via da Torino: “Impossibile trattenere chi se ne vuole andare – dice – ma dal tavolo della trattativa bisogna alzarsi soddisfatti in tre”.
Arrivabene, parla anche del ritorno di Paul Pogba, per il quale “tutto procede bene” e aggiunge come si sia trattato di un’operazione importante, oltre che dal punto di vista sportivo, anche “sul piano commerciale”. “Giocatori come Paul fanno bene poi anche i giovani come Miretti e Fagioli perchè li aiutano a crescere: situazione simile a quella di CR7 che fu importante sia in termini commerciali ma anche di squadra. La Juventus deve essere un marchio globale cosi come lo è la Ferrari – insiste – la parte sportiva è fondamentale perchè competere ad alti livelli ti mostra agli occhi del mondo ma parallelamente vanno battute altre strade come la serie tv Amazon”.
Quanto a Massimiliano Allegri, poi, l’ad della Juve chiarisce: “Noi coinvolgiamo Max in ogni cosa e lui ci coinvolge nelle scelte. Ora sta nascendo un gruppo più adatto a lui. Mercato? Niente di improvvisato, se esce qualche nome nuovo sui giornali anche tra dirigenti si sentono e ci ridono: la linea è tracciata da tempo”.
Tornando per un attimo sull’addio di Paulo Dybala, poi, Arrivabene puntualizza: “‘C’era stato un accordo, poi c’è stato l’aumento di capitale, ci siamo tutti presi una pausa, di cui i procuratori erano informati e d’accordo, per effettuare valutazioni all’interno del Consiglio d’amministrazione. Ci siamo rincontrati e abbiamo detto che i termini erano cambiati, perché volevamo muoverci in maniera diversa. Per cui da un contratto quadriennale a certe cifre, che vorrei evitare di citare per evitare ulteriori polemiche, siamo passati a un’altra strategia. […] Diciamo che c’è stata una decisione senza se e senza ma su questa vicenda e l’abbiamo messa in atto. Mi auguro che Dybala trovi una squadra e le soddisfazioni che merita. Dal nostro punto di vista le cose hanno un inizio e una fine. Ribadisco: la Juventus è sopra tutto”.
Non manca nemmeno una stoccata ai tifosi, soprattutto quelli che si ergono ad esperti di tutto sui social network: “Il tifo per me deve essere a prescindere -chiarisce subito – O sei tifoso sempre o non puoi esserlo a puntate. Una volta ci sei e un’altra volta non ci sei e non fai sentire la tua voce. Per me il tifo deve essere coerente, costante e sano. Poi che sia cantato, urlato o altro non importa, basta che sia sano. Se tu utilizzi il tifo come una sorta di ricatto nei confronti della società, come fai a essere un tifoso della Juventus? Sei un tifoso a puntate. Se noi facessimo la squadra in base ai commenti dei tifosi, dovremmo fare quattro squadre con dieci allenatori. E probabilmente quella vincente sarebbe la quinta con l’undicesimo allenatore. Il fatto che l’appassionato esprima il suo parere, anche in modo acceso, è il bello del calcio, forse è il bello di tutti gli sport. Però se ascoltare i tifosi è importante, dare retta a tutti i tifosi diventa un disastro. Le decisioni devono essere prese dalle persone preposte a prenderle. Se le facessi vedere tutte le mail che riceviamo…”.
Infine, una replica a chi parla di cambio di strategia sui giovani: “No, non è un cambiamento di rotta. Servono i punti di riferimento ovunque, la nostra strategia è e continua ad essere l’inserimento dei giovani, proprio per questo dobbiamo far trovare dei riferimenti che indichino loro la strada. Ho visto l’effetto che Ronaldo ha avuto su tanti nostri giocatori. Adesso – conclude – gente come Fagioli, Soulé e Miretti deve avere campioni da cui imparare il mestiere”.