\r\n\r\nIl ragazzo sbarcato a Udine a 16 anni (ne compirà 29 la vigilia di Natale) e rimasto in Italia dal 1997 al 2005 passando anche per Parma, Brescia e la Torino bianconera, sembra essere dotato di un grande, doppio, talento: alle capacità calcistiche si assommano quelle, meno invidiabili, del sapersi regolarmente mettere nei guai, soprattutto economicamente.\r\n\r\nAppiah è legato all’Italia e non è raro incontrarlo a Brescia, ma nel nostro Paese il capitano del Ghana deve tenere un profilo decisamente basso: da anni è inseguito da almeno tre creditori riconosciuti e già nel 2007 dopo una gara di Champions a San Siro tra Inter e Fenerbahce dovette esibirsi in una serie di dribbling acrobatici per evitare la polizia che lo aspettava all’uscita degli spogliatoi.\r\n\r\nIl suo ex procuratore Santiago Morazzo ha vinto una causa per emolumenti non pagati da 580 mila euro. Altri procedimenti penali decisamente onerosi sono stati avviati contro Appiah da un altro suo ex procuratore, l’avvocato Dario Canovi, e dall’avvocato Mattia Grassani. Euro più euro meno il calciatore ha debiti che arrivano al milione. Che non può pagare, visto che è senza squadra dal 2008, quando fece causa al Fenerbahce accusando il club turco di avergli fatto rischiare la vita con una terapia medica sballata. La squadra di Istanbul ribaltò il processo ottenendo ragione presso la Fifa, che ha sancito che Appiah deve pagare al Fenerbahce quasi 3 milioni di euro. “Che pagherà la mia prossima squadra”, ha detto serenamente l’interessato in un’intervista al Giorno di qualche mese fa. Il problema è che la squadra non si trova, forse anche per questa ‘bolletta’ insoluta.\r\n\r\n Tra una causa e un’altra Stephen, detto “Tornado”, è riuscito a curarsi riprendendosi dai vari infortuni che lo avevano bloccato verso la fine del 2007 e ha lavorato politicamente per tornare in nazionale. Amatissimo in Ghana, dove il suo sinistro, le sue capacità di cervello del centrocampo e il suo grande carisma continuano ad essere apprezzati e rispettati (fu portato alla Coppa d’Africa del 2008 pur essendo infortunato, in qualità di ‘ispiratore’), Appiah si ritrova nella situazione, unica nel calcio, di capitano senza squadra.\r\n\r\n Nell’ultimo anno solare “Tornado” è sceso in campo giusto 6 volte, e sempre con la maglia delle Stelle Nere ghanesi. Tre amichevoli e 3 gare di qualificazione a Sudafrica 2010: 3 vittorie sulla strada per il mondiale, due pari e una vittoria nelle amichevoli. Sempre titolare e sempre capitano, 3 volte sostituito. Col Fenerbahce, suo ultimo club di appartenenza, ha giocato fino al 1 dicembre del 2007, una vittoria per 1-0 col Denizlispor.\r\n\r\n Poi Appiah si sente malissimo, le sue vene s’ingrossano, viene ricoverato d’urgenza e si scopre che ha una trombosi causata, sembra, dalla mancata terapia anticoagulante che dovrebbe accompagnare un intervento come quello che aveva subito lui al ginocchio mesi prima. Il ghanese ha l’aria del miracolato, era già stato malato gravemente anni prima quando aveva contratto una grave forma di epatite. Col Fenerbahce finisce male in tribunale e cominciano i pellegrinaggi alla ricerca di un nuovo club: in Italia, ma anche al Tottenham e al Rubin Kazan, col quale si allena in Spagna sotto falso nome per timore dei creditori. Che continuano a inseguirlo.\r\n\r\n Lui intanto gioca con la nazionale, nonostante in Ghana non tutti siano contenti di avere un capitano a corto di forma e di partite. Il dibattito è aperto: dopo la festa per la qualificazione al secondo mondiale consecutivo, ad Accra ricomincerà la discussione.\r\n(Gazzetta.it)