Antonio Conte: ecco il suo decalogo, chi sgarra è fuori

Antonio Conte ha esordito nel migliore dei modi nel nuovo stadio bianconero, ma quel che più ha impressionato nell’esordio dei bianconeri è stata l’intensità e la voglia di giocare per i propri colori. Il tecnico dovrà fare la differenza, come ha sottolineato Marotta al termine del mercato senza botti, e l’inizio è più che confortante. Il terzo posto è l’obiettivo dichiarato, ma con il passare dei giorni cresce la curiosità di capire se si possa andare oltre. La parola scudetto rimane tabù, ma di sicuro c’è tanta voglia di essere protagonisti sempre e ovunque, anche se non ci sono le coppe. Alla base di tutto, però, c’è un patto composto da alcune regole che la ‘Gazzetta’ di oggi riduce a 10 per comodità redazionale: regole che Conte ha imposto dal primo giorno, prendere o lasciare.\r\n\r\n1 LA MENTALITA’ – Imporre il gioco per tutta la gara\r\nIn qualunque momento della partita la Juve deve imporre il proprio gioco. Contro il Parma all’86’ sul 4-0 Conte pretendeva pressione sugli avversari e la ricerca del quinto gol: per rispetto del pubblico e anche per mandare un messaggio ai suoi giocatori. Non ci si deve accontentare mai, si può sempre fare meglio.\r\n\r\n2 L’AUTOSTIMA – Vincere per ritrovare fiducia\r\nCon l’applicazione, la grinta, l’attenzione, la voglia di vincere si può alzare l’asticella dei propri limiti e degli obiettivi stagionali. Vincere aiuta a vincere, quindi bisogna riuscirci più spesso possibile. La Juve deve ritrovare fiducia in sé stessa e incutere timore negli avversari con il suo atteggiamento e il suo gioco.\r\n\r\n3 IL GRUPPO – Gli egoisti sono destinati a sparire\r\nGli allenatori e i giocatori passano, la Juve resta. Quindi conta solo la Juve. Le soddisfazioni personali devono arrivare attraverso quelle del gruppo. Quando si segna un gol o quando si vince, si fa festa tutti insieme. Quando si perde non sono ammessi sorrisi. Si usa il «noi», non l’«io». E gli egoisti sono destinati a sparire.\r\n\r\n4 I VECCHI – Del Piero e Buffon siano da esempio\r\nAlessandro Del Piero e Gigi Buffon devono guidare i compagni nello spogliatoio e in campo: con i fatti, ancor più con le parole. Con l’esempio a Vinovo, ancor più che con le magie in partita. Sono i discepoli, conoscono perfettamente le idee di Conte e devono trasmetterle ai compagni esaltando il concetto di juventinità.\r\n\r\n5 IL LAVORO – Non si scherza in allenamento\r\nIl calcio è passione, ma per Conte è anche e soprattutto lavoro. In allenamento non si scherza, il divertimento arriva quando si applicano bene le idee di gioco. Gli allenamenti sono curati in modo maniacale, nessuno fiata, la concentrazione deve essere massima dal primo all’ultimo minuto. Chi sgarra non gioca.\r\n\r\n6 LA TATTICA – Tutti sanno bene cosa devono fare\r\nLa fantasia è una bella cosa, ma solo negli ultimi 15-20 metri. Prima è tutto organizzato, quasi meccanizzato, mandato a memoria. Dal terzino destro all’ala sinistra ogni giocatore sa cosa fare in qualunque situazione, in fase di possesso o di non possesso. Non si può improvvisare, si devono eseguire gli spartiti.\r\n\r\n7 IL GENIO – Soltanto Pirlo può uscire dal coro\r\nL’unico che può (ma non troppo) uscire dal coro è Andrea Pirlo: talmente superiore per visione di gioco e tecnica pura da rappresentare un valore aggiunto per il 4 2 4 di Conte. Qualcuno pensava che Pirlo avrebbe faticato a sintonizzarsi sulle frequenze del tecnico: è accaduto l’opposto, c’è stato feeling immediato.\r\n\r\n8 LA FAME – Per molti giocatori è l’ora della verità\r\nConte ha espressamente voluto giocatori con grandissime motivazioni. A prescindere dai rispettivi valori tecnici, per Vucinic, Lichtsteiner, Elia, Giaccherini, Estigarribia, Pazienza e anche per alcuni elementi già in rosa è il momento della verità: o vincono adesso e diventano grandi oppure non avranno un’altra occasione.\r\n\r\n9 LO STADIO – Deve diventare un vero inferno\r\nGli è bastato guardarlo per comprendere che sarebbe stato un grande vantaggio. Conte ha colto in fretta l’importanza del nuovo stadio e l’ha trasmessa alla squadra: «Fate capire subito che giocare qui è un inferno». E a fine gara ha mandato la squadra sotto la curva: il concetto del dodicesimo uomo non è mai stato così poco retorico.\r\n\r\n10 LA BILANCIA – Occhio al peso. Chi sgarra è fuori\r\nConte pretende dalla squadra massima attenzione anche a tavola: ecco perché alcuni pasti settimanali vengono consumati a Vinovo. La prova della bilancia vale quanto l’abilità nel cross o la precisione in area: chi è sovrappeso, anche se di poco, non gioca. La regola vale per tutti e nessuno dubita che venga applicata.