Anni ’60: i regali nerazzurri agli arbitri svelati dal Times

Che sulle vittorie negli anni 60 della squadra che indossa gli scudetti altrui ci fossero delle ombre era noto a tutti, ma è stato il ‘Times‘ nel 2006 (non di certo ‘Tuttosport’ o ‘Hurrà Juventus’) a fare luce su alcuni presunti comportamenti poco sportivi messi in atto per alzare al cielo indebitamente alcuni trofei. Nella rubrica di Brian Glanville intitolata ‘Storia gloriosa ma macchiata’ si parlò dell’Inter e della confessione dell’arbitro ungherese Gyorgi Vadas su un tentativo di corruzione da parte di Angelo Moratti prima della semifinale di Coppa Campioni col Real Madrid del 20 aprile ’66: denaro, orologi d’oro ed elettrodomestici in cambio di rigori.

Il ‘Times’ scrisse che “le vittorie dell’Inter degli anni ’60 furono frutto di corruzione e imbrogli nei quali Angelo Moratti giocò un ruolo cruciale in un sistema messo in piedi da due uomini ora deceduti: Deszo Holti, faccendiere ungherese, e Italo Allodi”. Gli indossatori di scudetti altrui, sostenne l’autorevole quotidiano, avrebbe fatto offerte per tre anni consecutivi agli arbitri delle semifinali e le prime due volte, nel ’64 e ’65, la cosa avrebbe funzionato, ai danni di Borussia e Liverpool.

La terza no, perché Vadas (le cui rivelazioni furono pubblicate nel libro di un giornalista ungherese), rifiutò una somma con cui avrebbe potuto comprarsi 5 Mercedes: 10 per un rigore all’ultimo minuto, addirittura 25 per un rigore ai supplementari. Il giorno della partita, stando ai racconti dei giornalisti britannici, Vadas fu ospite di Moratti nella sua villa e ricevette in regalo un orologio d’oro. Nell’occasione, secondo il ‘Times’, Moratti avrebbe promesso anche televisori ed elettrodomestici.

Fatto sta che Vadas non fece alcun favore ai nerazzurri a rimontare lo 0-1 dell’andata: la gara finì 1-1 e fu l’ultima apparizione internazionale per l’arbitro ungherese.