Che non sia più un giovane virgulto è un dato di fatto. Che non rappresenti un investimento per il futuro anche. Che questa sia un’operazione economica tutt’altro che vantaggiosa a lungo termine pure. Ma Ángel Di María resta comunque una luminosissima stella di prima grandezza del palcoscenico mondiale. In procinto di giungere a parametro zero, il fuoriclasse albiceleste è a un soffio dal raggiungimento dell’accordo con la Juventus tramite un contratto di un anno a sette milioni di euro più bonus. La trattativa che ha portato all’acquisto dell’ormai ex calciatore del Paris Saint Germain, non ancora suggellato dal sacro crisma dell’ufficialità, non è stata conclusa in tempi rapidissimi per via di un’attesa piuttosto lunga da parte del Fideo, che ha inizialmente aspettato prima di dare una risposta definitiva alla Juve, un atteggiamento che ha rischiato di indispettire (e non poco!) Andrea Agnelli e soci, tanto che l’affare – fino a qualche giorno fa – si temeva potesse saltare. Ma poi, alla fine, l’argentino ha preso la sua decisione, ossia quella di indossare il completo bianconero per la stagione 2022-2023, anche per prepararsi al meglio in vista del mondiale in Qatar con la sua nazionale in un campionato di prima fascia. Massimiliano Allegri ha contribuito in modo determinante all’arrivo sempre più probabile di Di María, in quanto l’allenatore livornese è un suo grandissimo estimatore. Ora, non resta che attendere il responso del rettangolo verde per esprimere un giudizio compiuto sulla bontà o meno di questa operazione.
La carta d’identità di Ángel Di María si sta sicuramente ingiallendo, visto e considerato i suoi trentaquattro anni suonati. Però, spesso e volentieri, erroneamente (!), moltissimi addetti ai lavori trascurano la condizione fisica e la tenuta atletica dei calciatori Over 30. L’ultimo infortunio abbastanza serio del Fideo risale alla stagione 2015-2016, quando è stato costretto a stare lontano dal manto erboso cinquantatré giorni a causa di un problema alla coscia, come riporta “Transfermarkt”. Per cui, questo evidenzia la perfetta integrità muscolare del giocatore, specie se si tiene presente che ha abbondantemente superato i trent’anni da tempo.
Dal punto di vista tecnico è indiscutibile: dribbling funambolico, velocità palla al piede, capacità di saltare il diretto avversario con estrema facilità, classe, fantasia, abilità nel fornire assist deliziosi ai compagni, tiro dalla media-lunga distanza potente e preciso, specialista dei calci piazzati. Inoltre, peculiarità di assoluta rilevanza, la sua poliedricità tattica che gli consente di essere schierato indifferentemente esterno alto a destra o a sinistra in un 4-3-3 o in un 4-2-3-1, trequartista in un 4-3-1-2, 4-3-2-1 (centrodestra o centrosinistra) o 4-2-3-1 (da sottopunta) e, in caso di necessità, anche mezz’ala destra o sinistra in un 4-3-3. A questo, è doveroso aggiungere la sua notevolissima esperienza internazionale – con i club e con la Selección (nazionale argentina) – e la bellezza di trentadue trofei vinti fra competizioni nazionali e internazionali con squadre di club e nazionale.
Insomma, in attesa della tanto agognata fumata bianca, un ipotetico tridente dell’immediato futuro formato da Di María-Vlahović-Chiesa fa sognare i tifosi della Vecchia Signora. Con lui, il tasso qualitativo dell’organico a disposizione di Max Allegri schizzerebbe davvero alle stelle, così come il peso internazionale e l’enorme esperienza che rappresenterebbero un fondamentale valore aggiunto per cercare di tornare a vincere fin da subito. Ángel Di María sarà anche una “gallina vecchia”, ma pur sempre dalle uova (e dalle zampe) d’oro.