Il weekend passato ha dunque sancito ufficialmente che la Juventus non lotterà per vincere una Champions League almeno fino alla metà del 2012.\r\nSe tutto da oggi in poi andrà in maniera trionfale, saranno passati sei anni dal trauma di Calciopoli, altrimenti ce ne vorrà qualcuno in più facendo dei balzi in avanti come gestione e rosa, o addirittura molti di più se i passi saranno piccoli e studiati per risalire in maniera graduale e solida.\r\nIo non sono mai stato di natura iper-ottimista, ma al contrario credo che tutto vada programmato e costruito, guadagnato senza regali e colpi di fortuna. Poi magari ti va bene in anticipo, ma normalmente non è così.\r\nDa quando la Repubblica di Calciopoli si è instaurata c’è una squadra che è cresciuta a dismisura, un’onda anomala nutrita inizialmente attraverso l’eliminazione fisica degli avversari, e poi mantenuta e migliorata nel suo potere attraverso la consapevolezza che si ottiene dominando. Questa squadra, che oggi elimina il Barcellona e vola in finale di coppa, che vince la Coppa Italia in scioltezza, che non è preda di crisi isteriche quando viene sorpassata in campionato a pochi minuti dalla fine della corsa, è una squadra superiore, potente, temuta e aiutata come tutti i forti, e difficilmente sarà avvicinabile in tempi brevi.\r\nLa dittatura instaurata da questa squadra ha un vantaggio assolutamente inedito rispetto a tutti i cicli vincenti del recente passato. Ha dalla sua parte tutti i giornali e tutte le televisioni. Sportivamente viene esaltata oltremodo, il suo allenatore rappresenta un vero e proprio culto religioso per ogni giornalista, le sue partite vengono esaminate minimizzando ogni errore piccolo o grande che cambi lo svolgimento dei match, la sua integrità viene spergiurata nonostante i numerosissimi atti sleali e irregolari compiuti nei dieci anni in cui si è preparata a questo golpe.\r\nCompetere ad armi pari dovendo ricostruire almeno parzialmente la squadra e dovendo inventare un progetto tattico da zero è un impresa che non verrà certo messa in atto in maniera vincente da un cognome affascinante e desiderato, ma solo da un unità di intenti totale. Andrea Agnelli prende in mano la squadra, bene, ma deve combattere contro l’evoluzione che la concorrenza ha avuto, indisturbata grazie ai propri privilegi a grazie alla gestione suicida della Juventus targata Blanc.\r\nDi fatto la squadra è molto più debole di quella che ha affrontato la serie B con un Del Piero in forma strepitosa e Trezeguet ai suoi massimi realizzativi. La società non conta niente a causa della scelta di manager completamente a digiuno di calcio e quindi di conoscenze. Lo staff tecnico è di secondo piano come dimostrato nella gestione tecnica e soprattutto atletica della squadra. L’immagine pubblica è stata distrutta e non verrà riabilitata senza un azione politica che la proprietà non intende intraprendere.\r\nQuesto lo stato dell’arte. Adesso la parola deve passare a un presidente nuovo che nomini dirigenti nuovi e costruisca una società nuova. Dall’ufficio stampa al terzino ci serve tutto, mentre gli altri corrono e rifiniscono una creatura funzionante e protetta.\r\n\r\n(Credits: http://auladuecentosedici.blogspot.com/)