Amauri col dente avvelenato “Juve signora ma dove?”
Se segna alla Juve esulta? “Tanto. Faccio il giro dello stadio”. Amauri sarà l’ex col dente più avvelenato sabato prossimo in Fiorentina-Juventus. L’attaccante italo-brasiliano, dopo aver trascorso metà campionato fuori rosa alla corte dei bianconeri, ha trovato la sua nuova dimensione con i viola e domani sarà chiamato ad affrontare il suo passato. Un’esperienza cominciata benissimo alla Juventus, poi gli infortuni, l’astinenza da gol, anche se il diretto interessato, intervistato oggi da ‘La Gazzetta dello Sport’ è convinto di aver sempre fatto bene: “A Torino ho iniziato bene anche la terza stagione, segnato in Europa League, ho fatto 3 gol nelle prime 4 gare. Poi il primo infortunio: rientro e mi rifaccio subito male. E’ lì che ho sbagliato: mi sono sacrificato per rientrare prima, anche se in condizioni imperfette, e ho giocato male. Molte colpe sono cadute su di me”.\r\nEsperienza archiviata, comunque, anche se Amauri si aspettava un finale migliore: “Ormai è passato, io ho detto la mia, loro la loro. Non credevano più in me e mi hanno fatto passare per quello che rifiutava il passaggio ad altre squadre, che ancora tutte queste squadre che mi volevano le devo vedere. Il problema della Juve sembravo essere io. Eppure credo di essermi comportato sempre benissimo: mai una parola fuori luogo, mai una polemica verso nessuno. Ho la coscienza a posto”, continua l’ex Palermo, Napoli e Chievo. \r\n\r\n“Di non giocare ci sta. Ma la cosa che mi ha fatto più male è stata non avere neppure una possibilità. Stava iniziando un nuovo corso, con un nuovo allenatore, e non mi è mai stata data una chance per farne parte, per far vedere quello che so fare. Questo è l’aspetto più clamoroso, di cui ancora oggi non capisco il motivo Quante volte ho parlato con Conte? Due, e non mi ha mai detto che non avrei fatto parte del progetto, anzi. Mi ha spiegato che avevo davanti altri giocatori, ma che avevo qualità, e che mi considerava al servizio della squadra. Ho pensato: perfetto, funziona così da tutte le parti. Ma alla fine lui non c’entra, stavo fuori perché così aveva deciso la società”, aggiunge Amauri. Che alla fine esprime tutto il suo stato d’animo: “Deluso, preso in giro”, anche da quella sostituzione del numero di maglia, l’11 con il 38: “Forse volevano darmi un segnale, ma di cosa non lo so. Sei la Juve, non una squadra qualsiasi che deve preoccuparsi di mandare in giro segnali di questo tipo. Insomma, non c’è bisogno che mi togli la maglia, peraltro senza neanche dirmelo. Dicono che la Juve è tanto Signora, ma dove?”.\r\nPrima di chiudere l’intervista, Amauri fa il pronostico per lo scudetto, chi lo vincerà?: “Il Milan. E non perché voglia gufare, semplicemente perché è più forte”.