L’attaccante brasiliano, che non va in gol da ormai sette mesi, è parso molto grintoso e determinato sia in partitella che nella sessione di tiri da fuori. \r\n\r\n\r\n\r\nSta vivendo l’astinenza da gol con la serenità del brasiliano e la determinazione dell’europeo. Amauri non fa drammi e non si piange addosso. In questo momento nella testa del brasiliano frulla un solo pensiero: migliorarsi e basta. A partire da ogni singolo allenamento, da ogni singola conclusione. È questa la medicina per uscire dal “tunnel” e ritrovare il gol (ufficiale), che manca ormai da sette mesi. Anche perché la strettoia è molto più larga di quello che si pensi: in queste prime partite Amauri ha avuto un ruolo fondamentale nel filotto della Juventus, prima a punteggio pieno in compagnia della Sampdoria. E se deve ancora segnare in partite ufficiali qualche responsabilità è da imputare pure alla sorte. Di occasioni ne ha avute: pali, palle fuori di un soffio e miracoli dei portieri hanno fatto la loro parte. Senza contare che con il nuovo sistema al brasiliano spettano molti più compiti di copertura rispetto alla passata stagione.Si sacrifica con lo spirito del mediano, ma da buon attaccante vive per il gol. Amauri non si accontenta. E per ritrovare la rete sta spingendo ancor più sull’acceleratore. Nelle partitelle si danna l’anima, morde ogni pallone come fosse una finale di Champions League. Ma non solo. Il brasiliano ieri è andato oltre, ha raddoppiato la dose. Prima l’allenamento con la squadra, poi una sessione di tiri a ripetizione sotto la guida di Massimiliano Maddaloni.Il vice di Ciro Ferrara ha sottoposto il brasiliano ad una lunga serie di tiri in movimento. Di destro, di sinistro, al volo e di controbalzo. Con una cura maniacale delle posture e della preparazione del tiro. La peggio, a conti fatti, l’hanno passata Alex Manninger e Antonio Chimenti, impallinati dal brasiliano. Amauri non li ha certo risparmiati, è andato su ogni pallone con la cattiveria e la fame del bomber d’area. Maddaloni lo ha corretto ( dove serviva) e spronato. D’altronde in questi casi il problema è soprattutto la testa. Trovare la convinzione ( e la tranquillità) vale più di ogni altra cosa.Di sicuro l’astinenza di Amauri non preoccupa Ciro Ferrara. In più occasioni il tecnico bianconero ha sottolineato l’importanza e la presenza sotto porta e nella manovra del brasiliano. Ferrara è convinto si tratti più di sfortuna che di una conseguenza del maggiore lavoro richiestogli in fase di non possesso palla. In effetti nel precampionato, dove modulo e competenze erano le medesime, il brasiliano si era dimostrato l’attaccante bianconero più prolifico. Sette test estivi e sette gol. Tanta roba, insomma.\r\n(Tuttosport.com)