La stagione si è conclusa da poco ma la Juventus è già al lavoro per il prossimo anno, che si preannuncia al solito carico di impegni e significati. Ne abbiamo parlato con Alvise Cagnazzo, corrispondente per The Sun, editorialista per TuttoJuve e conduttore di Alvolante su Antenna Sud.
La Juventus riparte da Massimiliano Allegri: dopo un breve periodo di riflessione nella seconda metà della stagione, il tecnico livornese ha preferito rimanere a Torino e tentare un nuovo assalto alla Champions League. La dirigenza bianconera dal canto proprio è stata ben felice della decisione, poiché le alternative (Simone Inzaghi in primis) probabilmente non hanno mai convinto del tutto.
“Allegri può essere il nuovo Lippi. Anzi, lo è già. È tifoso della Juventus, si trova in una società strutturata in maniera impeccabile che gli garantisce una rosa ampia e grandi opportunità sportive. Il cambio non conviene a nessuno”.
Nel corso del vertice societario di qualche giorno fa, Allegri avrebbe chiesto un top a centrocampo (Milinkovic? Pogba?), ma pare che abbia anche paventato la possibilità di rivoluzionare l’attacco. Oltre a Mandzukic potrebbe partire qualcun altro da questo reparto? Per fare posto a chi?
“Nessun giocatore, per vincere la Champions League, deve essere ceduto. Sì allo svecchiamento, no alle cessioni dei migliori in rosa: Dybala, Douglas Costa, Pjanic, Higuain e Cuadrado”.
“Il sacrificio di Alex Sandro è una possibilità concreta e corretta. La Juventus può puntare su altri giocatori: la stagione vincente dice che Sandro è stato titolare a metà di una corsia condivisa con un parametro zero come Asamoah. Si è vinto lo stesso”.
L’addio di Buffon: in questi giorni la tifoseria bianconera si è per certi versi spaccata, anche per via delle cifre in ballo (il PSG pare gli abbia messo sul piatto 16 milioni più 4 di bonus per 2 anni). Quella di SuperGigi è davvero una scelta di vita, si chiede una buona fetta di supporters bianconeri?
“Se accetterà il Psg sarà un bene per il suo portafogli non per la sua carriera. Parigi non è Torino. Viaggia per le 41 Primavere, la Juventus non ha puntato su di lui riconoscendogli un calo fisiologico dovuto all’età. Lo sa anche Buffon: non è più il portiere di 5 anni fa. L’affare lo fa il giocatore, non il club. Può anche vincere la Champions, per carità. Ma una società seria deve programmare, non comprare giocatori con al massimo 12 mesi di titolarità”.
Dopo sette scudetti, l’ultimo (dell’orgoglio) sudato molto più degli altri, quali sono le prospettive per la Juventus? Qualcuno sostiene sia davvero il momento di mettere da parte il campionato (mettendo in conto un anno di transizione ed “evoluzione”, come dice Marotta) per concentrare le forze nelle “poche” partite di Champions…
“Molto dipenderà dal mercato. Douglas Costa deve rimanere a Torino ed attorno a lui deve essere costruita la squadra. È più decisivo di Dybala, non può essere il più grande rimpianto della storia bianconera come Henry”.