Attendiamo fiduciosi, ma i segnali sono scoraggianti: l’inchiesta su Calciopoli Bis è partita con mesi di ritardo (Abete conteggia diversamente dalla Juventus, Agnelli per questo s’è assai arrabbiato), sotto Natale. Ma l’abbozzo è stato quasi un rigurgito, se ci pensate bene: sentito Paolo Bergamo grazie alla sua personale disponibilità a dare un contributo di verità a 360°, dopo le ottusangole prospettive di ricerca dimostrate dai “segugi” federali nel 2006; audito Pierluigi Pairetto nientemeno che a Torino, fuori sede e con diaria da trasferta, il 28 dicembre, tra Natale e Capodanno. E poi? Niente, se non la lettera di convocazione a Moggi come fosse un tesserato e non il “non tesserato” della sentenza della Corte Coni del 2008 (caso sim svizzere). Avevamo cominciato il conto alla rovescia, scandito da Abete proprio a fine 2010: si chiude entro la fine della stagione, e quei tempi non ci stavano bene se si trattava di far emergere che anche l’Inter – nonostante le assoluzioni dell’ex indagato Carraro – telefonava, parlava, contattava, cachemirava ad aprirsi un varco nella Can, con Nucini, cavallo di Troia, un po’ reticente e un po’ scordello quando si tratta di posti di lavoro procacciati e schede gettate al vento e poi riemerse nella memoria. Per sentire Massimo Moratti, anche se si accelerasse ora, si è fuori tempo se quello a cui stiamo assistendo – oltre alle solite lungaggini – è solo una revisione parziale di Calciopoli. Nel frattempo Palazzi è in rotta prolungata con Abete, vede il 30 giugno prossimo come capolinea della sua vicenda di procuratore federale e l’orologio attivato a fine 2010 continua a correre inesorabile. Siamo fuori tempo… per Massimo. E per una giustizia giusta, come dimostra anche la grottesca vicenda della radiazione che nessuno sa se, come e quando attivare nei confronti di Luciano Moggi, dopo ben 54 mesi di pena scontata sui 60 comminati quando si pensava fosse solo lui a parlare con i designatori e si ignorava – nonostante le testimonianze – che anche tutti gli altri si davano da fare. \r\n\r\n(Di Alvaro Moretti per ‘Filospinato – Tuttosport’)