Nella serata di Juve-Fiorentina, fra indicazioni, parole dentro e fuori dal campo e gesti, Massimiliano Allegri si è dimostrato ancora una volta leader totale. E il siparietto con un tifoso non è passato inosservato.
In un momento così difficile, dentro e fuori dal campo, c’è bisogno di remare tutti dalla stessa parte. Lo sa bene Massimiliano Allegri, che di tempeste ne ha attraversate tante. Ai tempi di Cagliari, resistendo alle bizze di Massimo Cellino, e al Milan, subendo critiche su critiche dall’allora presidente Berlusconi, nonostante avesse riportato i rossoneri a vincere uno Scudetto dopo 7 anni e aver condotto la squadra in Champions League nonostante diverse cessioni eccellenti. Anche alla Juve i periodi complicati ce ne sono stati nei 7 anni totali.
Anche quando si vinceva una parte di tifoseria non ha mai sopportato Allegri e l’hashtag #AllegriOut spopola da anni sui social. Nell’ultimo anno, che non ha portato trofei in bacheca per la prima volta da 10 anni, il livornese è stato il capro espiatorio e l’invocazione dell’esonero si è elevata all’ennesima potenza. Ma lui il ruolo di parafulmine lo ha sempre accettato. A maggior ragione ora che i bianconeri sono stati travolti dai casi legati alle plusvalenze e alla cosiddetta manovra stipendi che ha portato e porterà penalizzazioni in classifica, il livornese vuole tenere il punto della situazione. Anche prendendosela con i propri tifosi, se serve.
Nei minuti finale del match contro la Fiorentina, è accaduto un fatto curioso. Dagli spalti si sono sollevati dei fischi contro Moise Kean, reo di aver perso un pallone sanguinoso. Allegri ha individuato il tifoso responsabile e lo ha redarguito pesantemente, perché proprio in questo momento difficile bisogna stare tutti uniti.
“L’aiuto del pubblico in questi momenti ci vuole. Nei momenti di difficoltà lo stadio deve diventare incandescente. Questo è uno stadio pesante” ha dichiarato a fine match in conferenza stampa.