Massimiliano Allegri è mister Champions: lo riportano oggi i quotidiani sportivi in edicola, basandosi sui risultati ottenuti dal tecnico della Juventus negli ultimi otto anni. Tuttora osteggiato da buona parte della stampa e da una frangi di tifoseria bianconera, il tecnico livornese ha portato fin qui risultati innegabili. Qualcuno parla di fortuna, altri di grandi risultati ma poco gioco, sta di fatto che come dicono sempre i calciatori della Signora, dopo la “furia di Conte” che è servita a ritrovare lo spirito Juve, la “halma normalizzatrice” di Allegri ha portato risultati addirittura migliori, soprattutto a livello internazionale.
Lo score di Allegri sulla panchina della Juventus è lì e parla chiaro: tre scudetti, tre Coppe Italia, due finali di Champions League in tre anni… E quest’anno è ancora in corsa per tutti e tre gli obiettivi stagionali. Sì, ma la Champions bisogna vincerla e se non vince la coppa dalle grandi orecchie non è nessuno, sottolinea qualcuno. Eppure dovrebbe ricordare che il grandissimo Marcello Lippi, di finali di Champions ne ha giocate quattro perdendone tre da favorito e con una squadra stratosferica a disposizione, vincendone solo una per giunta ai calci di rigore. Se non fosse arrivato quel trionfo, il ciclo del tecnico viareggino sarebbe stato meno invidiabile?
Qualche giornalista oggi ironizza sui titoli di Corsport e Tuttosport parlando della caratura europea di Maurizio Sarri. Già, colui il quale in Europa ha perso 7 delle ultime 10 partite, conterebbe a livello internazionale più di chi da otto anni a questa parte arriva quasi sempre in fondo, vincendo le partite che la maggior parte delle squadre italiane perderebbe. Ben 8 volte il tecnico livornese è arrivato tra i primi 16 in Europa: meglio di lui ha fatto solo Arsene Wenger (14), mentre alle spalle dell’allenatore della Juve troviamo José Mourinho (7) e Carlo Ancelotti (5). Anche al Milan, che non era più la squadra ricca dei tempi di Ancelotti, in Europa mister Allegri si è sempre fatto rispettare. Probabilmente il miglior gioco lo ha espresso al Cagliari, laddove non aveva l’assillo della vittoria, perché quando ti siedi sulla panchina di Juventus o Milan i tifosi vogliono sì il bel gioco, ma se perdi anche dopo ottime prestazioni e non alzi al cielo trofei, quegli stessi tifosi, allenatori da tastiera, sono pronti a metterti alla gogna.