Allegri: “Vicino alle dimissioni dopo Cardiff, ma ho ancora da insegnare”

Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus per la quarta stagione di fila, ha rilasciato un’intervista a “The Players Tribune”

Massimiliano Allegri ha rilasciato una lunga intervista a “The Players Tribune”: il tecnico della Juventus ha toccato vari argomenti, tra cui l’inevitabile sogno Champions, dopo la delusione di Cardiff. “Quando ho visto il gol di Mandzukic – racconta il tecnico livornese – ho pensato che potesse essere la nostra occasione perché era un gol irripetibile, speciale. L’essenza di giocarsi una finale. Sfortuna nostra il Real Madrid ne aveva molti di giocatori speciali e sapevo, viste le condizioni di diversi giocatori chiave, che nel secondo tempo non avevamo i mezzi per contrastare al meglio gli avversari. Sono stati più forti e sono uscito dal campo in pace con me stesso”.

Dopo la seconda finale di Champions persa in tre anni, Allegri aveva pensato seriamente se fosse il caso di continuare alla Juventus. In fondo, quelli precedenti sono stati anni incredibili con l’ex Milan diventato il terzo allenatore più vincente della storia bianconera.

“Tornato a casa il giorno dopo – prosegue – mi sono chiesto se il mio percorso alla Juventus fosse finito, se la squadra con me alla guida fosse arrivata alla massima espressione. Una parte di me era convinta che avrei rassegnato le dimissioni”.

Allegri punta su Buffon e Dybala

Alla fine, Allegri ci ha riflettuto bene ed ha deciso di restare per puntare soprattutto su Buffon e Dybala, fresco di consegna della maglia numero 10:

“Paulo è un ragazzo al primo anno di scuola con tutta la carriera davanti; Gigi avrà nel Mondiale il suo Master. Possiamo toglierci le scorie di Cardiff e giocare un’altra grande Champions. Ho ancora molto da dimostrare e da insegnare – dice sicuro – . Pensai che se il club era ancora con me, potevamo procedere insieme. Con Dybala che vuole diventare un top in Europa e Buffon, che lo è già, che vuole chiudere alla grande. Faremo una grande stagione. Da allenatore impari soprattutto dai fallimenti: il momento più importante della mia carriera è stato l’esonero al Milan. Me lo aspettavo, sono stati rispettosi, ma ho sentito il fallimento”.