Massimiliano Allegri ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Juventus-Lazio, Supercoppa Italiana 2017 che si giocherà domenica 13 agosto allo stadio Olimpico di Roma. Dopo la finale di Cardiff e un precampionato di alti e bassi, da Allegri e i suoi ci si attende un’importante risposta.
“Dopo la sconfitta di Cardiff c’è stata grande rabbia – ammette subito il tecnico livornese – . Questa rabbia va usata per affrontare questa stagione. Siamo consapevoli della nostra forza ma bisogna lavorare giorno dopo giorno. Bisogna evitare quello che era successo due anni fa: avevamo sì vinto la Supercoppa, ma eravamo partiti male in campionato. Centrare gli obiettivi: essere a febbraio-marzo in lotta per tutto. Dimissioni? Dopo Cardiff ho fatto una riflessione se avevo voglia e forza di andare avanti. Ho pensato che con questa squadra abbiamo davanti un futuro importante. Quindi siamo qui, pronti a giocare e a vincere”.
Non sarà di certo facile, anche se la Lazio, almeno sulla carta, parte sfavorita. Di sicuro, Allegri partirà con una formazione collaudata e i nuovi pronti a dare il contributo dalla panchina.
“La Lazio è ben organizzata con giocatori di buona qualità. Dobbiamo avere rispetto degli avversari e lo faremo anche domani sera. I nuovi? Serve un po’ di tempo, ma quello che tutti devono capire è che ogni palla che si gioca nella Juve è una palla importante, lo possono capire solo gradualmente”.
La formazione, dunque, Allegri ce l’ha già bene in mente, anche se chiaramente davanti ai giornalisti fa pretattica.
“Ho 3-4 dubbi da sciogliere. Certezze: Gigi gioca, Higuain gioca, Dybala gioca. Gli altri vedremo: Mandzukic gioca. Bonucci? I giocatori non sono tutti uguali. Lui ha deciso di giocare nel Milan, al suo posto giocherà qualcuno che ha caratteristiche diverse. L’anno scorso siamo partiti a tre, poi si è cambiato. Le statistiche e l’esperienza mi dicono che spesso si parte con un sistema e poi si cambia. Nessun anno si parte e si finisce nello stesso modo. Dipende dagli equilibri che troveremo. Bentancur? È un calciatore intelligente, è un ragazzo di sicuro avvenire. Per me è molto importante. Può giocare a metà campo nei due o tre di mezzo”.
Ad inizio stagione la condizione non può essere al top, ma l’umore è sicuramente alto, Cardiff è un lontano ricordo ormai.
“La Juve vuole sempre vincere, negli ultimi anni abbiamo fatto cose impressionanti. Le finali perse ti danno amarezza, ma è un orgoglio aver giocato due finali di Champions in tre anni. Le critiche estive? A Londra contro il Tottenham speravo tanto che non facessimo gol. Era la partita giusta per prendere una legnata, imparare la lezione e preparare la sfida con la Lazio. Le gambe sono quelle che sono, abbiamo lavorato tanto. La preparazione è stata buona, nel gruppo c’è armonia. Supercoppa a Natale? Giocarla a dicembre vuol dire che hai alcuni giocatori squalificati, si gioca con degli svantaggi. Ora la condizione non è ottimale fisicamente servirà la testa per portarla a casa”.
Insomma, bisognerà provare a spingere al massimo sin da subito, anche se poi si andrà a migliorare nel corso della stagione.
“Cosa possiamo migliorare? In tante cose: la condizione, il gioco di squadra, ma c’è grande disponibilità da parte dei ragazzi e sono contento. Ci sono 57 partite da fare, cerchiamo di giocarle tutte. La Juve ha fatto passi da gigante in Europa, l’obiettivo è quello di giocarsi i quarti di finale. Quest’anno con cinque inglesi dentro sarà ancora più difficile, potranno venir fuori gironi molto tosti. Abbiamo consapevolezza dei nostri mezzi, ma quello che è stato fatto rimane nella storia, ora riparte una stagione dove siamo tutti a zero”, conclude.
La prima domanda per Gianluigi Buffon è sulla maglia numero 10, che contro la Lazio sarà indossata per la prima volta da Paulo Dybala.
“Penso che in questa squadra nessuno più di lui potesse ricevere questa gratificazione da parte della società: il passo per questo tipo di proposta – continua Gigi – è partito dalla società nei suoi confronti. Credo sia un segnale molto bello, anche responsabilizzante per quello che riguarda Paulo. Ma penso anche che realmente un talento come lui, un giocatore con quel tipo di carattere, con quel tipo di voglia di migliorarsi e di vincere, possa rappresentare degnamente questo numero. E come ho detto all’inizio era l’unico che meritava e poteva prendere l’eredità di una maglia così pesante”.
Da Cardiff a Roma… 70 giorni dopo la Juve si gioca un’altra finale, ma stavolta da favoriti. È troppo importante ripartire con un trofeo.
“Credo che ci siano tutti gli elementi e le condizioni per fare una grande gara, che è quello che richiede l’evento. Al di là dell’avversario – evidenzia il capitano della Juventus – , che magari con noi ultimamente ha fatto fatica perché lo abbiamo sempre rispettato e temuto, spero che la striscia positiva continui, vogliamo riempire di trofei la nostra bacheca. La Supercoppa sarebbe importante per cominciare con il piede giusto”.
Potrebbe essere l’ultima Supercoppa per Buffon, ma il numero uno del club bianconero non vuole pensarci ora. È troppo importante pensare agli obiettivi immediati.
“Ci penso? No, sto pensando che domani ci sarà un’altra sfida e un’altra Supercoppa, per cui è motivo di grande soddisfazione e allegria, perché in linea di massima ho vissuto quasi sempre la mia vita cercando di estrapolare le cose positive da quelle negative. Da quando è cominciata la stagione ho una strana euforia, una strana felicità che probabilmente è figlia anche di quel pizzico di follia che mi ha sempre contraddistinto e che probabilmente mi ha portato fino a qua oggi. E questo mi basta, nel senso che domani sarà una partita importantissima per noi, per la Juventus, per il mondo Juve, e vogliamo, e voglio disputarla, assaporare questo tipo di emozioni che non saranno eterne nel miglior modo possibile”.
Nonostante l’addio di Bonucci, Buffon è convinto che la difesa della Juventus sarà ancora una volta uno dei punti fermi di Allegri.
“Come vedo la difesa? La vedo come tutti gli altri anni, la vedo forte e sono convinto che sarà un punto di forza della squadra come lo è sempre stata, probabilmente con caratteristiche un po’ diverse, però i giocatori che la compongono sono giocatori che non hanno nulla da invidiare a nessuno. E questo basta e avanza per avere un certo tipo di ottimismo e di certezza. Le critiche arrivate nel precampionato sono state un po’ strumentali: erano amichevoli, con tanti cambi e tante sostituzioni. I verdetti diamoli tra 15 partite”.
Infine, su Szczesny quale suo erede designato…
“Sì e l’ho detto anche di recente: la Juve ha preso il miglior portiere della passata stagione, ha anche una grande esperienza internazionale. Poi conoscendolo in questo mese che ci siamo allenati insieme, posso confermare il giudizio sul portiere e in più posso anche dire che è un ragazzo che si inserirà benissimo, perché si è già inserito nel gruppo di lavoro, nello spogliatoio, nel modo di pensare e di lavorare della Juve. E questo secondo me è molto importante”, conclude.