Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, ha rilasciato un’intervista esclusiva al quotidiano ‘La Stampa’: il tecnico bianconero ha fatto alcune ammissioni in merito alle indiscrezioni di calciomercato e ha parlato dei prossimi obiettivi “sportivi” della Vecchia Signora. “Anche a me piacerebbe una villa da 15 milioni – ammette – , ma se non me la posso permettere cerco un appartamento che mi piace. In realtà è una villa, ma con una situazione particolare. L’obiettivo della società è quello di alzare il tasso tecnico di questa squadra”.\r\n\r\nLa squadra ha ripreso a lavorare dopo la delusione della Supercoppa Italiana: una sconfitta che non riduce per nulla le ambizioni della Juve per il prosieguo della stagione:\r\n
La Supercoppa non rovina cinque mesi di lavoro – prosegue Allegri – , anche se dispiace per com’è andata, con tre match ball: ma gli obiettivi erano di essere in lotta per il campionato, e siamo in testa, e la qualificazione agli ottavi di Champions. Poi, la Supercoppa”.
\r\nLa testa va già alla sfida con il Borussia Dortmund, valida per gli ottavi di Champions League:\r\n
Non so come finirà contro di loro, che sono una grande squadra, ma sicuramente faremo due grandi partite.
\r\nOrmai integratosi alla perfezione nell’ambiente, Allegri ribadisce di essere juventino: da ragazzo aveva il poster di Platini nella sua stanza, oggi allena la squadra che ammirava:\r\n
Mi sento juventino da quando sono arrivato. Qui hai 12 milioni di tifosi, il resto ha la sua squadra e poi tutti tifano contro la Juve. Come mi definirei? Evoluzionista. Ho trovato una squadra che aveva lavorato in un certo modo, vincendo tre scudetti e due supercoppe, e che aveva bisogno di fare un passaggio importante: dire che va tutto bene sarebbe da presuntuosi, ma lo stiamo percorrendo.
\r\nIn molti definiscono Allegri un aziendalista, nel senso negativo del termine, ossia uno che accetta senza fiatare le scelte della società, anche quelle dolorose.\r\n
Io aziendalista? L’ho detto mille volte. L’ad di un’azienda è un aziendalista – replica – , perché deve portare utili, come l’allenatore risultati: altrimenti, lo cacciano. Nel calcio, pensano che ti facciano la formazione o che accetti tutto dalla società. Non è così. Al di là della Premier, allenatore-manager non significa comprare 15 giocatori, ma essere al corrente anche di marketing e introiti. Ci sono tecnici costruiti e altri che fanno dell’intuizione la loro forza: non vuol dire rinunciare a ragionare. Ma l’istinto è la soluzione nell’attimo fuggente e diventa fondamentale. Questo è un gruppo con mezzi tecnici, fisici e tattici importanti. Ma deve essere convinto, anche se tra sicurezza e presunzione c’è un confine sottile. Però la convinzione ti porta a raggiungere risultati al di là di ogni aspettativa. E noi questa cosa dobbiamo averla in Champions.
\r\nInfine, una battuta sul rapporto con Andrea Pirlo:\r\n
Costruito un castello di sabbia: al Milan come alla Juve con me ha sempre giocato. Sneijder è un lusso raggiungibile – conclude – , uno così ci manca.