Alla Juve mancano le punizioni di Alex (di Roberto Beccantini)

roberto-beccantiniLe Nazionali lanciano la volata che condurrà a Juventus-Inter di sabato 5 dicembre. Mercoledì, Italia-Svezia e l’ultima rata di spareggi mondiali; dopodiché, solo campionato e solo Champions. Il calendario aspetta famelico. Si riparte da una classifica che il pareggio interno dei campioni, con la Roma, ha leggermente schiacciato: Inter punti 29, Juventus 24, Milan 22, Fiorentina e Sampdoria 21. Piano piano, ci stiamo avvicinando al «solito» film. Sabato sono in programma Bologna-Inter e Fiorentina-Parma; domenica, Milan-Cagliari e, la sera, Juventus-Udinese. In chiave Champions, si profilano snodi delicati: martedì 24, Barcellona-Inter e Fiorentina-Lione; mercoledì 25, Bordeaux-Juventus e Milan-Marsiglia. Poi, nell’ambito della quattordicesima giornata, Inter-Fiorentina, Cagliari-Juventus e Catania-Milan.\r\nRicapitolando: un tappone alpino (Inter-Fiorentina), e tappe di livello medio alto (Udinese, Cagliari) o medio basso (Bologna, Catania). Ferrara sta recuperando il fior fiore degli infortunati, da Marchisio a Sissoko. Su tutti, Alessandro Del Piero. Il capitano è fermo ai minuti conclusivi, e fatali, di Juventus-Bologna 1-1. Non c’è allenatore che dica: abbasso l’abbondanza. Di solito, aiuta; a volte, confonde.\r\nDel Piero ha compiuto 35 anni lunedì scorso. Acciacchi assortiti lo hanno spinto alla periferia della squadra. Per questo, scalpita. Mancano, alla Juve, i gol su punizione: i «suoi» gol. Il problema è il ruolo. Del Piero si sente seconda punta: l’ideale, per lui, rimane il 4-4-2 o il 4-3-1-2. Moduli che Ferrara ha accantonato a beneficio del 4-2-3-1. La coppia Del Piero-Diego strappa emozioni preventive: sarà il campo a decifrarne l’impatto e a pesarne l’efficacia. Da titolare fisso a titolare mobile, sulle orme di Ryan Giggs, Del Piero è atteso al varco da un passaggio che potrebbe indirizzare – e allungare – l’ultima fetta della carriera. Patti chiari, però: giocare sul centro-sinistra, posizione già occupata nella Juve e in Nazionale, non gli piace. All’istinto non si comanda: e l’istinto predilige la giungla, non l’isola pedonale. Finora, il logorìo muscolare ha agevolato le scelte di Ferrara: la «pacchia» sta per finire.\r\nE poi ci sono i Mondiali. Del Piero non vi ha rinunciato. Li vuole: insegue Totti, tiene d’occhio Cassano. Sette mesi non sono briciole. Lippi tirerà le somme in primavera, non prima. Nel frattempo, Juventus-Inter si accinge a dare fuoco alle polveri di un torneo largamente orientato. Dalla risalita della Signorina in A, i risultati dei confronti diretti sono stati più equilibrati di quanto non facciano pensare i resoconti e le classifiche: in campionato, 1-1 e 2-1 Juve a San Siro, 1-0 Inter (l’edizione più sbilanciata) e 1-1; in Coppa Italia, 2-2 e 3-2 Inter a Torino. La differenza, l’ha scavata la qualità delle rose. Il ritorno di Del Piero, subordinato alle valutazioni tecniche dell’allenatore, agita la storia, stuzzica i palati, turba la cronaca. Si discute l’effetto, non l’affetto.\r\n(LaStampa)