Albertini la spara grossa: “Due extracomunitari solo per chi fa la Champions”. Si scatena il finimondo

La Serie A, nessuno escluso praticamente, non ha preso bene le parole del vicepresidente federale Demetrio Albertini che ieri, sulla ‘Gazzetta’, ha gelato i club sul secondo extracomunitario: “Ci sono altre emergenze. La Lega doveva chiederlo nei tempi e nei modi giusti. Io lo concederei solo alle squadre che fanno la Champions…”. Il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta, non ha fatto attendere più di tanto la propria replica: “Considero le dichiarazioni di Albertini una brutta scivolata. Difficile fare Alice nel paese delle meraviglie e non ricordare che un anno fa la Lega abbandonò il consiglio federale per la mancata concessione del secondo extracomunitario e restò fuori 10 mesi, ma sempre chiedendo l’apertura. Siamo tornati reiterando la richiesta e lo abbiamo rifatto la scorsa settimana: invito Albertini a guardare con maggiore attenzione l’evolversi delle vicende che riguardano la federazione di cui è vicepresidente. E’ di cattivo gusto legare una questione politica come questa ad una vertenza sindacale come l’accordo collettivo”.\r\nAnche Beppe Marotta, DG della Juventus è subito intervenuto nel dibattito: “Albertini e i calciatori devono dare uno sguardo a ciò che succede nel più grande movimento professionistico, il basket americano: la Nba si ferma perché i club non ce la fanno più a star dietro alle pretese dei calciatori. O dimagrimento o stop”.\r\nCosì, invece, Claudio Lotito, presidente della Lazio: “L’apertura al secondo extracomunitario è un’esigenza per ciascuna delle squadre di Serie A, non solo per quelle che giocano in Champions. Questo è un limite che c’è solo in Italia e ci penalizza nelle competizioni internazionali. L’accordo sul contratto collettivo e la regolamentazione degli extracomunitari sono questioni diverse”. Per la Roma parla il nuovo d.s., Walter Sabatini: “Vietare il secondo extracomunitario è una posizione antistorica in un mondo globalizzato. La qualità delle squadre migliorerebbe e si abbasserebbero anche i costi. Una norma del genere non penalizzerebbe i vivai. L’accordo collettivo che si era raggiunto fra Lega e calciatori era un buon punto di mediazione. I tempi non sono più quelli di prima”.\r\nSegue a ruota Pantaleo Corvino, d.s. viola: “Quella di riuscire in ogni modo a portare 20 nuovi calciatori è una priorità, da affrontare in consiglio federale. Non c’è bisogno che qualcuno ne faccia richiesta. Sarebbe bello che la cosa partisse da un’ iniziativa federale”.\r\nEnrico Preziosi: “Non condivido molte cose. Non è vero che Lotito sia un ostacolo isolato. Siamo in tanti a pensarla come lui. Non possiamo accettare di fissare un contratto minimo a 40 mila euro, le squadre Primavera verrebbero a costarci milioni. La crisi mondiale impone a tutti di rinunciare a certi privilegi. I calciatori non possono pensare di essere gli unici a restarne immuni. Il secondo extracomunitario ridurrebbe i costi”.\r\nMaurizio Setti, vicepresidente Bologna: “A noi non cambia la vita, ma l’extracomunitario costa meno, rende molto e, quando devi cederlo, non fa storie”. Rinaldo Sagramola, a.d. del Palermo: “E’ un anno che chiediamo il secondo extracomunitario, non capisco come faccia Albertini a dire che avremmo dovuto muoverci per tempo, mi sa che si è perso qualcosa strada facendo”. Massimo Mezzaroma, presidente del Siena: “Auspichiamo che si possa dare la via libera al secondo extracomunitario, come in altri sport”. Massimo De Salvo, a.d. del Novara, va controcorrente: “Albertini non ha torto. Il calcio italiano necessita di serie riforme”.\r\n\r\nCredits: Gasport\r\n