Aigner su Calciopoli: “Milan e Juve colpevoli. L’Inter e le altre solo vittime”

aignerL’ex segretario dell’Uefa Aigner, ai tempi del processo sportivo di Calciopoli uno dei tre saggi che assegnò lo scudetto all’Inter, è tornato sugli sviluppi del processo di Napoli e sulle intercettazioni che vedono coinvolta anche l’Inter. Al tempo, sostiene Aigner, tutti sapevano come andavano le cose, ma è bene puntualizzare una cosa: Juventus e Milan gestivano il sistema, i nerazzurri e le altre erano vittime. “Credo che nessuno debba sorprendersi. Quello era l’ambiente della Lega e tutti sapevano: presidenti, giornalisti, tifosi. Che ci fossero altre situazioni sembrava probabile già allora. Juve e Milan erano all’origine della destabilizzazione della Lega. Il Milan perché in conflitto d’interessi evidente: se il presidente del Milan è anche presidente della Lega e rappresenta i diritti tv, beh, le conseguenze sono inevitabili. La Juve, non avendo certi poteri, aveva trovato altri mezzi. Ma erano due club molto vicini. Ricordo bene: nelle riunioni Uefa si presentavano sempre assieme con la stessa opinione. Poi, le altre società. Tutte. Moratti, Della Valle…Sapevano, si muovevano per difendersi, ma avevano eletto quel presidente di Lega, no? Insomma, avevano contribuito a creare quella situazione. Gli arbitri? Erano un po’ vittime”.\r\nAigner non avrebbe assegnato lo scudetto 2005-06 all’Inter, eppure diede parere positivo: “Riassegnare lo scudetto 2006 all’Inter? Moralmente, no. In una stagione così irregolare, con la responsabilità di tutte, non era il caso. Ma a noi saggi chiesero soltanto se, alla luce di statuti e regolamenti, era possibile assegnare lo scudetto: e la risposta giuridica era sì. Capisco che fosse difficile, per Rossi, non eleggere un campione: avrebbe potuto essere a rischio la partecipazione delle italiane alle Coppe. Suggerimenti? Finché non cambia la Lega, finché non avrà una struttura neutrale e indipendente da tv e politica, non si potrà cambiare. Ma rispetto al 2006 il conflitto d’interessi è aumentato: il proprietario del Milan è anche capo del governo“.\r\nCome tutti coloro i quali hanno partecipato attivamente al processo sportivo farsa del 2006, da questa intervista si evince che il “saggio” Aigner ha molti vuoti sui fatti Calciopoli e farebbe bene a colmarli al più presto, magari seguendo con attenzione quanto sta accadendo nel tribunale di Napoli.