\r\n\r\nLeggo con stupore un articolo a firma di Stefano Caselli del Fatto Quotidiano.\r\n\r\nIn questo articolo ho scoperto in primo luogo di essere antidemocratico perché juventino, come se la politica fosse fede calcistica, come se lo sport fosse democratico e non meritocratico, come se tifare per una squadra anziché un’altra desse una speciale patente.\r\n\r\nHo scoperto poi che se lo juventino non vince sempre, si sente male e grida al complotto, anche se io ricordo perfettamente gli anni successivi all’addio al calcio giocato di
Platini, anni in cui non vincemmo quasi nulla perché onestamente inferiori a Milan, Napoli, Sampdoria e persino all’Inter dei record di
Giovanni Trapattoni.\r\n\r\nMa pensa un po’, io che ho sempre pensato che i piagnoni portassero la casacca nerazzurra, adesso scopro che non è vero. Grazie Caselli!\r\n\r\nPoi scopro che
Boniek è odiato semplicemente perché non in linea con i tifosi bianconeri su una vicenda di poco conto come calciopoli e che per questo gli è stata tolta la stella di superbianconero di tutti i tempi.\r\n\r\nCerto, ricordare alla platea che Moggi esercitava un’indebita ingerenza nei confronti della classe arbitrale e sul calciomercato è un colpo basso ma, per carità, chiunque può avere le proprie opinioni.\r\n\r\nLa notizia stupefacente è quella dell’accoppiata Capello-Agricola (sigh!) e del processo per doping che, non essendosi concluso con l’assoluzione con formula piena, ma con la prescrizione sancirebbe non tanto l’innocenza dei bianconeri quanto il persistere del sospetto di doping!\r\n\r\nSi chiude con la scarsa memoria dei tifosi gobbi che non perdonano a Bettega di non essere rimasto invischiato in calciopoli e di onorare Moggi e Giraudo, campioni di autentica fede granata!\r\n\r\nNon c’è che dire!\r\n\r\nMi piacerebbe non esser juventino per non rischiare di risultare di parte nello smontare questo becero quanto maldestro tentativo di denigrare i bianconeri (da intendersi come categoria di tifosi, ergo come popolo, piuttosto che come club).\r\n\r\nTentativo che riesce solo ad assemblare triti luoghi comuni, quantomeno dal 2006 ad oggi.\r\n\r\nEcco perché:\r\n\r\n1. Tralasciando le gratuite offese alla dignità e alla intelligenze dei tifosi, ci piace sottolineare che lo sport, quindi anche il calcio, non è democratico. Altrimenti i premi verrebbero assegnati a maggioranza (magari sentito il parere di tre saggi). Lo sport è fatica, sudore e soprattutto merito. Chi merita vince, chi non merita, perde. Elementare. Tutto il resto sono sciocchezze.\r\n\r\n2. Che Moggi esercitasse un’indebita ingerenza sul mondo arbitrale è ancora tutto da dimostrare (a Napoli è in corso un processo proprio per questo) e quello che sta venendo fuori dalle intercettazioni e dall’esame dei testimoni in aula sembra piuttosto andare in un’altra direzione: i contatti con i vertici arbitrali c’erano, c’erano da parte di tutti, erano legittimi e caldeggiati dalla Lega. Altri hanno avuto altri tipi di ingerenza, parlando direttamente con arbitri in attività o chiedendo una composizione delle griglie che falsasse il sorteggio grazie al meccanismo delle preclusioni. Quanto alle ingerenze sul calciomercato a cosa ci si riferisce? alle legittime manovre che qualunque società di calcio mette in opera per assicurarsi i calciatori migliori e mettere i bastoni tra le ruote delle proprie dirette concorrenti?\r\n\r\n3. La vicenda Capello-Agricola poi è bellissima. Fa riferimento a qualcosa a cui Capello è del tutto estraneo perché il processo piuttosto ha riguardato il ciclo di Lippi e non tiene conto che la Juventus fu assolta con formula piena dall’accusa di doping, che fu assolta in secondo grado anche per l’accusa di frode sportiva, che la difesa della Juventus puntò sempre all’assoluzione e non alla prescrizione, non ostacolando in alcun modo il processo, e che, se prescrizione ci fu, questa non fu certamente una condanna. Tralasciamo il fatto che l’uso di farmaci off label (“ma i cardiotonici per operazioni a cuore aperto somministrati ai giocatori, tanto per dirne una”, fanno male? sono dannosi?) non fosse all’epoca una pratica proibita e che comunque quello che accadeva in casa Juve si sa mentre di quello che accadeva altrove non sappiamo nulla.\r\n\r\n4. Bettega non è affatto sulla lista nera dei tifosi bianconeri. Si è semplicemente trovato invischiato, suo malgrado, nella fallimentare gestione dell’Uno e trino Blanc ed è stato conseguentemente messo da parte dal nuovo presidente. Si può non condividere la scelta di Agnelli ma non per questo bisogna parlare di irriconoscenza della tifoseria verso uno degli uomini simbolo della Juve.\r\n\r\n5. La stella di Boniek! E chi l’ha detto che deve averla per forza? E chi lo dice che non ci sono altri 50 più meritevoli di lui? Intanto i criteri resi pubblici dalla società per l’assegnazione delle 50 stelle portano oggettivamente alla sua esclusione (si veda ad esempio
questo articolo a firma di Antonio Corsa). Poi la simpatia di Boniek e le sue opinioni hanno fatto il resto. Opinioni più che legittime, per carità. Ma che non si dica che la libertà di espressione deve coincidere con l’obbligo di adesione alle opinioni altrui. Mi spiego meglio: il signor Boniek ha tutto il diritto di pensare e dire quello che gli pare a proposito della Juve, di calciopoli e dell’universo mondo ma non può né deve pensare che chi non lo ama, magari proprio in virtù delle suddette opinioni, debba per forza tributargli onori. In altre parole, lui ha le sue idee, noi le nostre, la stella non è un obbligo, nei parametri adottati dalla società lui non rientra. Amen. Chiusa la polemica. Anche ammesso che a Boniek importi.\r\n\r\nAllora di che parliamo, caro Caselli? Magari la prossima volta, eviti l’aria fritta.\r\n\r\n(Di Luca Falvo per Juvemania.it)\r\n\r\n