Agnelli: oggi la sentenza d’appello sui biglietti agli ultrà
È attesa per oggi la sentenza della Corte d’Appello della Figc in merito al caso biglietti: in primo grado Andrea Agnelli è stato inibito per un anno
Roma – Andrea Agnelli e la Juventus conosceranno oggi il verdetto della Corte d’appello della Figc in merito al “caso biglietti”. In primo grado, il presidente bianconero è stato inibito per un anno con effetto immediato, ma il procuratore federale Giuseppe Pecoraro chiede una pena più severa in virtù di una richiesta di ben tre anni. Ovviamente, i legali della Vecchia Signora puntano ad una assoluzione piena, poiché le presunte connessioni tra il club, gli ultrà e la malavita organizzata, alle quali si aggrappa l’accusa, sono state già smontate in tutte le sedi.
In ultimo, anche dalla Commissione Parlamentare Antimafia, la cui relazione è stata resa pubblica pochi giorni fa. Nel dibattimento di secondo grado del processo sportivo, i legali della Juventus e di Agnelli hanno portato in aula una serie di precedenti analoghi nei quali la giustizia sportiva è stata molto ma molto più morbida. Insomma, come è stato detto da più parti, quello alla Juve sembra essere più un processo mediatico che altro.
Agnelli: le bazzecole dei precedenti
Tra i precedenti analoghi, infatti, c’è una multa al Napoli senza alcuna inibizione per i suoi tesserati, per fatti risalenti ai tempi in cui vi era il dg Pierpaolo Marino, mentre per la Lazio ci fu addirittura un’archiviazione con l’apertura della curva Sud in occasione di Lazio-Cagliari. L’episodio, come sottolinea il quotidiano ‘Tuttosport’, ha colpito molto la Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi, poiché avrebbe evidenziato i rapporti tra la proprietà del club biancoceleste e ambienti ultrà, nonostante da tempo proprio la società capitolina sia considerata un modello da questo punto di vista.
Insomma, il verdetto di secondo grado sui biglietti agli ultrà per la Juventus e Agnelli arriverà in giornata e secondo alcune indiscrezioni che abbiamo raccolto in esclusiva, per il presidente bianconero potrebbe esserci un forte sconto di pena. Sei mesi?